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Il Tribunale di Cosenza condanna Padre Fedele: avrebbe violentato una suora

Il Tribunale di Cosenza ha condannato Padre Fedele a 9 anni e 3 mesi di reclusione. L’ex cappuccino protesta: “Avete infangato un sacerdote onesto”.
A cura di Alfonso Biondi
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Padre Fedele Bisceglie

Padre Fedele Bisceglia è stato condannato dal Tribunale di Cosenza a 9 anni e 3 mesi di reclusione. L'accusa per l'ex frate cappuccino era quella di aver violentato una suora. Per lo stesso reato è stato condannato anche il suo segretario Antonio Gaudio, che, però, dovrà scontare 6 anni e 3 mesi. La sentenza dei giudici è stata molto severa, considerando anche le richieste dei pubblici ministeri Adriano Del Bene e Salvatore De Maio che avevano chiesto 8 anni per Padre Fedele e 6 per il suo assistente.

Padre Fedele finì in carcere nel 2006 con l'accusa di aver stuprato la suora che lavorava nell'Oasi dei poveri, la struttura che lo stesso frate aveva fondato. La donna riferì agli inquirenti di essere stata costretta ad assumere alcuni farmaci che l'avrebbero resa succube dei suoi violentatori. Il cappuccino era noto per la sua grande passione per il Cosenza Calcio e per aver convertito una pornostar.

Dopo la lettura della sentenza, Padre Fedele ha urlato in aula:  "Vergognatevi tutti, magistrati, suore e preti, perché è stato condannato un innocente. Avete infangato un sacerdote onesto. E' la pagina più dolorosa mai scritta dalla magistratura di Cosenza". L'ex religioso ha poi chiesto l'intervento dell'arcivescovo di Cosenza monsignor Salvatore Nunnari.

Le suore francescane dei poveri, alcune delle quali erano presenti in aula per assistere al processo, hanno accolto la sentenza con sollievo. Per le religiose la decisione del Tribunale rappresenta "un grande sollievo per la nostra sorella e tutte le donne immigrate coinvolte come vittime in questa triste vicenda". In un comunicato da loro diffuso si legge che "E' stata un'esperienza molto dura e ciò che ha sostenuto la nostra consorella e tutte noi è stata la fede e anche la fedeltà alla nostra identità di suore Francescane dei poveri. Siamo infatti chiamate ad ascoltare il grido dei più vulnerabili e la nostra suora ha trovato il coraggio di denunciare, proprio a sostegno delle altre donne, che si trovavano nella stessa situazione di abuso".  (Fonte: Repubblica.it)

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