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Il Toblerone diventa gelato e conquista il web. Ma per adesso è introvabile

Per la felicità degli amanti dei dolci, arriva il primo gelato al gusto delle famose barrette svizzere. L’annuncio del lancio sul mercato inglese ha conquistato il Web, ma tuttavia in Italia è già presente da qualche tempo. In realtà però in pochi ammettono di averlo mangiato davvero.
A cura di Biagio Chiariello
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Difficile non aver mai assaggiato. Cioccolato al latte, miele, nocciole e mandorle. Inconfondibile con la sua forma piramidale, la prelibatezza svizzera è uno di quei dolci che non può mancare tra i tanti di Natale. La bella notizia è che il Toblerone potrà essere assaggiato anche nei mesi più caldi dell’anno visto che da poco esiste anche una versione gelato. Il famigerato dessert sarà venduto, anche in Inghilterra, indicativamente a £ 1,80. Stando alle prime indiscrezioni e alle prime immagini circolate a profusione su tutti i social network, la forma è di fatto la riproduzione – ingrandita – della classica piramide della barretta originale, con in più un croccante guscio di cioccolato e granella di frutta secca. In realtà, qui in Italia è comparso da qualche tempo, commercializzato da Froneri Italy (joint venture nata tra Nestlé e R&R), insieme ad altri gelati del gruppo Mondelēz International (che lo produce) come Oreo o gli stecchi Milka. Tuttavia la notizia è stata passata un po’ in sordina. Ma dopo aver conquistato gli scaffali dei supermercati inglesi, le foto su Instagram, Twitter e Facebook hanno contribuito a rendere popolarissimo il Toblerone Ice Cream.

La storia del Toblerone

Il Toblerone nacque a Berna nel 1867, quando Jean Tobler aprì la sua prima pasticceria e iniziò a produrre ricette di sua invenzione. Ebbe talmente tanto successo da accrescere sempre più la sua produzione e aprire uno stabilimento, lasciato poi al figlio. Proprio il giovane Theodor inventò agli inizi del 20esimo secolo la ricetta originale del Toblerone. La popolarità fu tale che il dolciume fu registrato con tanto di brevetto nel 1909, presso l'Istituto federale della proprietà intellettuale della Svizzera. Leggenda vuole – ma non è stato mai chiarito – che il certificato sia stato registrato da un giovanissimo Albert Einstein, allora impiegato dell'Istituto.

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