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Camorra, parla un pentito: “Compravamo la droga da Genny ‘a carogna”

Maxi operazione contro i “Bodo”, il clan Di Micco di Ponticelli, area Est di Napoli. E nelle rivelazioni di un pentito spunta il nome dell’ultrà del Napoli “protagonista” dell’ultima finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli.
A cura di A. P.
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Un grosso tatuaggio con la scritta "Bodo" per marchiare per sempre gli uomini del clan di camorra. È quanto hanno scoperto le forze dell'ordine nel corso di un'indagine anticamorra della Dda partenopea che oggi ha portato all'arresto di dodici persone ritenute affiliate al clan "Di Micco" attivo nel quartiere Ponticelli di Napoli. Durante le perquisizioni, infatti, gli agenti hanno scoperto che numerosi affiliati all'organizzazione criminale testimoniavano l'adesione incondizionata al clan camorristico facendosi tatuare la scritta sul corpo accompagnata in alcuni casi con immagini di pistole o frasi. Un tatuaggio non casuale ma ben preciso, "Bodo" infatti è l'appellativo con il quale viene indicato il capoclan Marco De Micco, giovane ed emergente criminale di Ponticelli attualmente detenuto ai domiciliari. La pratica del tatuaggio è stata documentata dai carabinieri in un'informativa depositata alcune settimane fa in Procura ed ora è oggetto di approfondimento investigativo da parte dei pm antimafia. Dall'informativa  si scopre che le parti del corpo sui cu farsi il tatuaggio sono le più diverse, si va dal classico avambraccio, passando dal fianco fino al fondoschiena.

Il pentito di camorra tira in ballo Genny ‘a carogna: vendeva droga

Durante le perquisizioni in casa degli affiliati gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli hanno trovato anche un "libro mastro" sul quale erano annotate le entrate e le uscite del clan. Nel libro vi erano quindi le quote periodiche dei profitti derivanti dalle attività illecite ma anche le cosiddette "mesate" da versare agli affiliati e le spese sostenute per i beni strumentali a sostegno dell'organizzazione, come armamenti e costo degli avvocati.  Gli investigatori sono riusciti anche a fare luce sulla contrapposizione tra il clan Di Micco e il clan D'Amico nel quartiere Ponticelli che da mesi va avanti a colpi di agguati. Un lotta che ha già portato a tre omicidi. Nell'indagine spunta anche "Genny ‘a carogna", l'ultrà del Napoli "protagonista" dell'ultima finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli: il collaboratore di giustizia, Domenico Esposito, sostiene che vendeva la droga ai De Micco. "La droga – ha raccontato Domenico Esposito – la compravamo da tale Genny la carogna che dovrebbe essere di Forcella. Per la consegna era utilizzata una Renault Scenic modificata, che ci veniva lasciata parcheggiata con le chiavi presso il cimitero di Ponticelli. Noi mandavamo a ritirare la macchina che poi restituivamo". Genny ‘a carogna, al secolo Gennaro De Tommaso, colpito da un Daspo di cinque anni dopo i fatti di Roma, era già stato accostato alle attività di spaccio di stupefacenti: nel 2008, ed era stato arrestato per traffico di droga. Il padre e il fratello sono finiti nell'inchiesta antidroga "Piazze Pulite" che, nel 2007, portò all'arresto di oltre cento persone. Tutti da verificare, naturalmente, sono i suoi rapporti con il clan De Micco che ha proprio nello spaccio della droga la sua principale attività.

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