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Il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone: “Magistratura si liberi da correnti di sinistra”. Pd chiede dimissioni

Bufera sul sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone (Lega) che si augura che la magistratura “si liberi dalle correnti, soprattutto quelle di sinistra”. Il Pd chiede le dimissioni del sottosegretario, mentre Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, annuncia di voler scrivere al ministro Alfonso Bonafede per “chiedere di assumere delle determinazioni”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Bufera sul sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, esponente leghista, dopo le sue parole sulla magistratura che vorrebbe libera dalle correnti e in particolare da quelle di sinistra. Non solo le proteste dalla platea, ma anche reazioni da parte delle associazioni della magistratura e anche della politica con il Pd che attraverso Alessia Morani chiede le dimissioni del sottosegretario: “Non si è mai vista una interferenza così grave e prepotente del governo sulla magistratura. Intervengano immediatamente Giuseppe Conte e Alfonso Bonafede per mettere fine a questa vergogna”, afferma la deputata del Pd. Le parole del sottosegretario sono arrivate durante un corso di formazione per i giovani magistrati in un momento particolare, come quello delle elezioni dei togati del Csm che avverrà tra due giorni.

Morrone si augura che la magistratura si possa liberare dalle correnti di sinistra. A riportare le frasi esatte pronunciate da Morrone è Repubblica: “Mi auguro che la magistratura si liberi dalle correnti, in particolare che si liberi di quelle di sinistra”. Morrone rivendica poi “la posizione politica: in magistratura non ci sono correnti migliori di altre. Ma le mie parole pronunciate questa mattina al Csm sono una opinione personale che non rappresenta la posizione del ministro”, chiarisce parlando di una “uscita irruente e infelice”.

Le reazioni della magistratura

Duro attacco alle parole di Morrone dal vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini: “Telefonerò e scriverò una lettera al ministro della Giustizia sulle parole del sottosegretario per informarlo e chiedere di assumere delle determinazioni”. “Le parole del sottosegretario – aggiunge – non possono essere né condivise né accettate. La libertà di associazione è riconosciuta dalla Costituzione a tutti i cittadini e ovviamente anche ai magistrati”.

Secondo Area democratica per la giustizia quella di Morrone è “un’affermazione gravissima che non solo porta un attacco indebito all'associazionismo giudiziario e al pluralismo, ma costituisce un'inammissibile confusione tra ruolo politico e ruolo istituzionale, Fatto ancor più grave perché avvenuto a due giorni dal voto, mentre è in corso la campagna elettorale per il rinnovo del Csm, con un chiaro intento propagandistico”. Maria Cristina Ornano si attende quindi “un immediato intervento del Consiglio Superiore della Magistratura e di tutta la magistratura associata a difesa dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura e del suo pluralismo, contro uno degli attacchi più gravi della storia repubblicana contro l'associazionismo giudiziario”.

L’associazione nazionale magistrati parla di “dichiarazioni gravi e inaccettabili” non solo perché “rese in una sede istituzionale e in un contesto di formazione di giovani magistrati”, ma anche perché “provenienti da un rappresentante del governo invitato all’incontro nella sua veste istituzionale”. Il sindacato “stigmatizza il contenuto di tali gravissime affermazioni e ribadisce il ruolo fondamentale di tutti i gruppi associativi all’interno della magistratura, in quanto garanzia di pluralismo culturale e democrazia interna”.

Magistratura democratica chiede al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di prendere “le distanze dalle dichiarazioni del sottosegretario che nella sua veste istituzionale ha auspicato che la magistratura si liberi dalle correnti, in particolare quelle di sinistra. È la seconda volta nel giro di pochi giorni – denuncia Md – che rappresentanti dell’esecutivo, confondendo ruolo istituzionale e invettiva politica, conducono attacchi gravi all’indipendenza della magistratura e allo stato costituzionale di diritto”.

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