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Il sogno della chierichetta con la sindrome di Down

Kara Jackson, sedici anni vuole riuscire a servire la messa in tutti e cinquanta gli Stati degli Usa. Dalla sua parte anche il presidente dei vescovi statunitensi.
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Si chiama Kara Jackson, ha sedici anni, è bionda, ha gli occhi azzurri come il cielo, è affetta dalla sindrome di down, è fervente cattolica ed ha un grande sogno: “servire la messa” da chierichetta in tutti e cinquanta gli Stati degli Usa. Ha cominciato la sua sfida contro se se stessa un anno fa e, per ora, è arrivata a quota diciotto. Con l’aiuto della sua famiglia e di parroci sparsi in tutto il Paese nordamericano, nei prossimi mesi potrebbe diventare realtà. È la commovente storia che arriva da Middleton, nell’Ohio e che ha smosso anche il presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti, l’arcivescovo Joseph E. Kurtz, che ha voluto Kara affianco a sé sull’altare quando la piccola ha fatto tappa nel Kentucky. Kurtz, che aveva un fratello con la sindrome di Down, si è commosso quando ha sentito la storia della giovane e, parlando di lei, ha detto che “Kara è un chierichetto esperto” visto che la ragazza ha completato i corsi per potersi dedicare a questo ufficio liturgico già a nove anni e che la sua “bellissima personalità ed i doni unici di cui è dotata rafforzano gli insegnamenti della Chiesa cattolica sulla dignità di ogni essere umano".

Due anni fa, Kara ha deciso di raccontare ai genitori il suo sogno di affiancare i sacerdoti sull’altare in tutti gli Stati Uniti, in una sorta di lungo pellegrinaggio. Il padre e la madre erano scettici davanti a questa idea e ne hanno parlato con il loro parroco, che invece si è mostrato subito entusiasta. Con molto scetticismo nel cuore, Rick e Christina Jackson hanno deciso di accondiscendere alla richiesta della loro ragazza speciale. Primo passo, provare a chiedere ad un sacerdote di uno Stato vicino all’Ohio, l’Indiana, di poter farsi servire messa da Kara. “Abbiamo scritto una lettera. – ricorda Rick – Io non sapevo cosa scrivere e se dirgli o no che Kara ha la sindrome di Down. Alla fine gliel’ho scritto, non volevo arrivare lì e sorprendere tutti. Io e Kara siamo andati all’ufficio postale ed insieme abbiamo detto una preghiera prima di imbucare la lettera.” Due giorni dopo, il sacerdote ha telefonato a Kara per fissare l’appuntamento, il primo di una serie che si allunga sempre di più e che ha portato Kara a servire messa anche nella chiesa del Rhode Island dove si sposati John e Jacqueline Kennedy, unica coppia presidenziale cattolica nella storia degli Stati Uniti. Dovunque vada, Kara è supportata da sacerdoti e laici ed è diventata fonte di ispirazione per centinaia di persone. I suoi genitori sono orgogliosi di lei e non si sentono affatto molto diversi da quei padri e quelle madri che fanno di tutto per supportare le inclinazioni artistiche o sportive dei rispettivi figli. Alaska ed Hawaii, insieme ad altri trenta Stati, aspettano presto una visita della famiglia Jackson.

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