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Il senatore PD pro-Tav: “Se costa troppo meglio rinunciare all’opera”

Stefano Esposito, senatore del Partito Democratico da sempre favorevole all’alta velocità, commenta la notizia sui costi dell’opera, passati dagli iniziali 2,9 a 7 miliardi: “Nel caso in cui dovessero essere confermate le cifre date da Rfi, non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere al governo l’immediata interruzione dei lavori”.
A cura di Davide Falcioni
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Stefano Esposito cambia verso sulla Tav? A quanto pare sì. Ai più il nome non dice molto: si tratta di un senatore torinese del Partito Democratico ma soprattutto di uno dei più convinti sostenitori della linea ad alta velocità Torino – Lione. Stamattina Esposito sembra aver fatto un (mezzo) passo indietro: "Nei giorni scorsi Il Sole 24 ore ha pubblicato documenti di Rfi dai quali risulterebbe che, contrariamente a quanto deciso e discusso fino a d oggi nelle aule parlamentari, il costo della tratta internazionale della Torino-Lione non sarebbe di 2,9 miliardi ma di 7 miliardi". Il senatore ha quindi proseguito: "Questa mattina ho chiesto in Commissione trasporti al Senato l'audizione urgente dei vertici Rfi, del ministro Maurizio Lupi e del ministero dell'Economia. Pretendo una risposta chiara, credibile e certa sui reali costi della Torino-Lione". Per il senatore democratico "nel caso in cui dovessero essere confermate le cifre date da Rfi, non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere al governo l'immediata interruzione dei lavori e la rinuncia alla realizzazione della tratta italiana del corridoio mediterraneo".

Secondo Stefano Esposito la "novità sarebbe frutto di un accordo di programma tra ministero dei Trasporti e Rfi, di cui nessuno era a conoscenza, men che meno il Parlamento: questa opera è al centro di un aspro dibattito e non intendo accettare che non ci sia totale trasparenza e chiarezza sui costi, non mi accontenterò di spiegazioni tecniciste e burocratiche. Mi auguro di ottenere la conferma che quanto fino ad ora dichiarato e contenuto negli atti legislativi trovi pieno riscontro, nel qual caso chi si è reso responsabile di questi numeri in libertà dovrà pagarne le conseguenze".

Gli "scontri" tra Esposito e i No Tav

La nota di Stefano Esposito ha lasciato stupiti persino molti attivisti No Tav, che da anni ben conoscono la linea intransigente del senatore del PD che lo scorso anno, dopo la denuncia di molestie da parte di una militante politica toscana fermata dalle forze dell'ordine, commentò su twitterr: "Parte da Pisa per andare a fare la guerra allo Stato, prende giustamente, qualche manganellata e si inventa di essere stata molestata #bugia". E sugli scontri: “Se vogliamo debellare questa forma di guerra allo stato dobbiamo ‘decapitare’ i mandanti politici e le organizzazioni che li sostengono”. La ragazza toscana aveva denunciato molestie raccontando: “Da quando mi hanno fermata a quando mi hanno portata all’interno del cantiere sono stati dieci minuti di follia. Ho ricevuto una manganellata in faccia, mi hanno toccata nelle parti intime e mi hanno insultata”.

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