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il Ri-Festival e l’Orto in Campania: creatività ed ecologia in festa

Cabaret, musica, approfondimenti, cibo e arte: con “L’orto in Campania” e “Ri-Festival: Rifiuti Riciclati Rivivono” i giovani campani consegnano a Napoli qualità e un messaggio di speranza.
A cura di Danilo Massa
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Rifestival

A Napoli riaffiora qualcosa dai cassonetti; qualcosa che gli abitanti non hanno avuto neanche il tempo di dimenticare; qualcosa che si presenta con quei colori e quegli odori caratteristici e che il caldo fa risaltare con estrema generosità. È proprio in questo contesto che certi valori vengono fuori. È sulle semiperiferie del capitalismo che i problemi, presentandosi in maniera più drastica, “chiamano” alla sensibilità, all’invenzione, alla creazione.

Ri-festival

Accade così che 80 ragazzi tra i 16 e i 28 anni diano vita ad un festival con una location particolarmente significativa ed un prefisso di inconfondibile attualità: nel Centro Campania, a Marcianise (Ce), si terrà il “Ri-Festival: Rifiuti Riciclati Rivivono”. Dal 28 aprile al 1 maggio, il polo commerciale, dunque, sarà ravvivato da spettacoli musicali, cabaret, conferenze, esposizioni e… cibo. Il cibo che appartiene alla tradizione, quello a cui la terra del posto può fornire ingredienti "saporiti e sani" per tacito accordo con la natura, o "tossici ed insapori" per insipiente intervento umano.

Per quattro giorni, dunque, verranno organizzati spettacoli gratuiti che seguiranno tre percorsi fondamentali: quello artistico (con musica e cabaret), quello dedicato esclusivamente al design ed uno di approfondimento ecologico. Tra i partecipanti anche nomi illustri della musica, come il cantante degli Avion Travel, Peppe Servillo, impegnato per l’occasione con i Solis Quartet.

L'Orto in Campania

Nel corso del Ri-Festival, inoltre, verrà inaugurato anche “L’orto in Campania”, uno spazio didattico di 600 metri quadrati progettato da 9 architetti laureandi e 2 agronomi dottorandi delle Facoltà di Architettura e Scienze Agrarie della Federico II. Si tratta di un’area in cui, a scadenze stagionali, cresceranno i prodotti ortofrutticoli tipici della zona, riutilizzando gli scarti organici frutto di una nuova e attenta politica di raccolta differenziata promossa dal Centro per ristoranti e unità commerciali.

L'impegno sta dunque nell'indirizzare gli scarti verso una trasformazione costruttiva (compost, fibre tessili sintetiche, energia) e non distruttiva (polveri sottili, percolato, macerie post-moderne); e per rendere ancor più evidenti questi intenti, i materiali scelti per la costruzione delle vasche dell'orto saranno elementi prefabbricati e totalmente riciclabili, che rimandano all'idea di un'orto metropolitano che sorge in un contesto urbano anzicchè rurale.

Nel napoletano, giovani e giovanissimi si impegnano per il futuro. Non si tratta di capire se siano sufficienti iniziative del genere per salvare Napoli, non si tratta di capire se la politica istituzionale, chiamata periodicamente a elezioni amministrative e non solo, sia capace di rispondere all'emergenza con le sue emergenze di consenso.

Non si tratta di questo. Semplicemente si rileva un dato: qualcuno sa andare avanti, nonostante la puzza e la "caciara".

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