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Il prete arrestato per pedofilia in Sardegna venne minacciato: “Ti ammazzo”

Don Pascal venne minacciato dal nonno di un ragazzino: “Se tocchi mio nipote ti ammazzo”.
A cura di Davide Falcioni
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“Non toccare il mio nipotino altrimenti ti ammazzo”: è questa la minaccia che un uomo fece a Don Pascal, l'ex parroco di Villamar, in Sardegna, arrestato due giorni fa per pedofilia. Eppure neppure l'avvertimento del nonno, che aveva compreso il rischio per il suo piccolo nipote, è bastato a far desistere il sacerdote dalle sue intenzioni. Lo rivela La Nuova sardegna, citando elementi dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Mauro Grandesso. Nulla, neppure le minacce, riuscirono a far desistere il prete 43enne di origine belga, che adescava adolescenti invitandoli nel suo appartamento e poi drogandoli prima di abusare di loro.

Eppure il nonno di un giovane di Mandas aveva capito cosa accadeva nell'abitazione del sacerdote e aveva lanciato un avvertimento che avrebbe fatto indietreggiare chiunque, ma ha lasciato impassibile Don Pascal, che – stando a quanto afferma l'ordinanza – "incapace di controllare i propri impulsi sessuali" continuò imperterrito a invitare quindici-sedicenni nel suo appartamento, a drogarli con bibite in cui erano disciolte dosi pesanti di Delorazepam e ad approfittare della sonnolenza indotta dal farmaco per metter loro le mani addosso.

Dalle indagini è emerso che Pascal offriva alle sue vittime aranciata o Coca Cola, spiegando di aver "dimenticato di comprare l'acqua" e in questo modo nascondendo il sapore acre del potente sedativo. Quando i ragazzi avevano consumato la bevanda cadevano in una sorta di torpore e il parroco ne approfittava: infilava le mani sotto la maglietta, ma molto più spesso si spingeva molto più avanti. I ragazzi molto spesso comprendevano che stava accadendo qualcosa di assai strano e riuscivano a fuggire. Col passare del tempo poi i racconti dei giovani hanno iniziato a circolare da bocca a bocca, per poi interessare anche gli inquirenti. Don Pascal è chiuso da due giorni in una cella insieme ad un altro catechista condannato anni fa per reati simili.

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