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Il Premio Strega postumo a Severino Cesari: la proposta convince scrittori ed editori

Raccoglie consensi la proposta di Giancarlo De Cataldo di assegnare il Premio Strega 2018 al libro postumo di Severino Cesari, scomparso lo scorso 25 ottobre. In passato è giù successo con “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa e “Passaggio in ombra” di Mariateresa Di Lascia.
A cura di Redazione Cultura
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La proposta arriva attraverso un tweet dello scrittore e giudice Giancarlo De Cataldo: "A tutti gli scrittori e editori italiani: quest’anno non si corra per lo Strega. Quest’anno lo si assegni a Severino e alla sua memoria". La proposta di assegnare il più prestigioso premio italiano postumo a Severino Cesari, editor e intellettuale umbro, da poco in libreria con un libro postumo "Con molta cura", edito da Rizzoli, ha riscosso un consenso immediato tra scrittori e lettori. "Con molta cura" è il diario della lunga malattia che ha colpito il fondatore (insieme con Paolo Repetti) di Stile Libero, la costola "romana" di Einaudi, ma anche una lunga riflessione sul dolore, l’amore, la vita che sta finendo.

Cesari, che gli amici hanno sempre chiamato "Seve" è scomparso lo scorso 25 ottobre, dopo aver tenuto un diario su Facebook il cui risultato è appunto questo, che non è solo struggente, ma è anche e soprattutto un bel libro. Per questa ragione, la proposta di De Cataldo fa incetta di consensi e naturalmente apre una discussione di tipo regolamentare, anche perché il premio Strega consente la partecipazione postuma.

È accaduto nel ’59 per "Il Gattopardo" di Tomasi da Lampedusa, uscito com’è noto poco dopo la scomparsa dell’autore, e nel ’95 per Mariateresa Di Lascia, morta l’anno precedente subito dopo l’uscita del suo "Passaggio in ombra". Stefano Petrocchi, direttore della manifestazione, precisa che il volume ha tutti i requisiti per partecipare alla competizione, anche se evidenzia che per garantire un corretto svolgimento del premio è necessario che vi siano altri undici libri in concorso. Se la proposta di De Cataldo venisse fatta propria in massa dagli scrittori italiani, avrebbe l’effetto paradossale di far saltare il premio.

L’autore di "Romanzo criminale" ha precisato la sua è stata un’idea di cuore, poco ragionata, "non so proprio se sia una cosa possibile o meno. Mi è venuta dal cuore" ha raccontato "davanti a un libro meraviglioso, con un fortissimo contenuto narrativo e nello stesso tempo una sorta di breviario medievale, di dialogo sull’estrema soglia, tenuto però sul filo di una costante leggerezza".

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