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Il poliziotto che portò molotov nella Diaz al G8 di Genova promosso a capo della Polstrada

Pietro Troiani è stato è stato nominato dirigente del Coa, il Centro operativo autostrade di Roma e del Lazio: il più grande d’Italia.
A cura di Davide Falcioni
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scuola diaz genova, g8
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Come se non bastasse la nomina di Gilberto Caldarozzi a vice capo della Direzione Investigativa Antimafia, nonostante una condanna per falso a 3 anni e 8 mesi, un altro protagonista della "macelleria messicana" al G8 di Genova del 2001 ha avuto la possibilità di fare carriera: si tratta di Pietro Troiani, vicequestore noto come l’uomo delle false molotov, che lo scorso 21 dicembre è stato nominato dirigente del Coa, il Centro operativo autostrade di Roma e del Lazio: il più grande d’Italia.

Nel 2001 – come ricorda Repubblica – Troiani era un dirigente di polizia del reparto celere di Roma: il suo ruolo fu determinante nella vergognosa irruzione nella scuola Diaz. Il poliziotto infatti sapeva che nella sua vettura di servizio c'erano due molotov recuperate nel pomeriggio in corso Italia. Per questo ordinò al suo autista di portarle nella scuola mentre era in corso la perquisizione. Il sacchetto con le bottiglie incendiarie passò fra le mani dei massimi dirigenti della polizia italiana dell’epoca e venne alla fine mostrato come la prova regina per l’arresto dei presunti black bloc.

Chi è Gilberto Caldarozzi, promosso vice capo della Dia

Nei giorni scorsi aveva destato scalpore la notizia della nomina, da parte del Ministro degli Interni Marco Minniti, di Gilberto Caldarozzi alla vice direzione tecnico operativa della Dia, Direzione Investigativa Antimafia, il fiore all’occhiello delle forze investigative italiane, la struttura alla quale è affidata la lotta alla criminalità organizzata nel nostro paese. Anche Caldarozzi, come Troiani, aveva preso parte all'operazione della scuola Diaz ed era stato in seguito condannato a tre anni e 8 mesi per falso, per aver costruito false prove finalizzate ad accusare ingiustamente chi venne pestato senza pietà da agenti rimasti impuniti. Ad accorgersi della promozione è stato il Comitato Verità e Giustizia per Genova, un gruppo formato da ex arrestati della Diaz e di Bolzaneto e dai loro famigliari. “Molti dei ragazzi tedeschi, vittime della polizia nel luglio 2001 – racconta a Repubblica un membro del Comitato – spiegano di avere provato paura quando, ritornati in Italia per i processi o per le vacanze, hanno incontrato agenti in divisa. Mi chiedo come si possa dire a queste persone che l’Italia è cambiata se uno dei massimi dirigenti del nostro apparato di sicurezza è oggi proprio colui che ieri fece di tutto per accusarli ingiustamente e coprì gli autori materiali dei pestaggi e delle torture”.

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