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“Il patron di Valtur in affari con il clan Messina Denaro”: confiscati 1,5 miliardi agli eredi

Secondo la Dia di Palermo, Carmelo Patti, patron dell’ex gruppo Valtur deceduto circa due anni fa, avrebbe avuto frequentazioni di mafia e tra i suoi più stretti collaboratori ci sarebbe stato anche il cognato del superlatitante Matteo Messina Denaro, Michele Alagna. Per questo motivo, è stata disposta la confisca di tutti i beni in possesso degli eredi di Patti.
A cura di Charlotte Matteini
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Carmelo Patti, patron dell'ex gruppo Valtur deceduto circa due anni fa, avrebbe avuto frequentazioni di mafia e tra i suoi più stretti collaboratori ci sarebbe stato anche il cognato del superlatitante Matteo Messina Denaro, Michele Alagna. Per questo motivo, al termine delle indagini condotte dal centro operativo Dia di Palermo, è stato disposto la più grande confisca di beni della storia dell'antimafia per un totale di 1,5 miliardi di euro. Colpiti dalla misura tutti gli eredi di Patti, dalla vedova Elisabetta Pocorobba, ed i figli Paola, Giovanni e Maria Concetta.

La confisca è stata firmata dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani presieduta da Piero Grillo e per effetto di questo provvedimento passano allo Stato i beni della vecchia Valtur, oggi in amministrazione straordinaria: tre resort al momento chiusi (Punta Fanfalo, Favignana; Isola Capo Rizzuto, Crotone; Kamarina, Ragusa), il Golf club Castelgandolfo, una imbarcazione in legno di 21 metri, la “Valtur Bahia”, 400 ettari di terreni, 232 immobili e 25 società che operano anche nel settore del cablaggio di componenti elettrici per autovetture.

La proposta di confisca è stata avanzata dal direttore della Dia in quanto negli anni d’oro degli appalti Fiat partivano trasferimenti di denaro dalla “Cable sud” di Carmelo Patti verso un insospettabile sindacalista della Uil, Santo Sacco, che poi si è scoperto essere uno dei fidati postini di Messina Denaro. "Continua l'azione programmata e programmatica di attacco dello Stato all'enorme patrimonio economico finanziario della criminalità organizzata. Un'infiltrazione diretta e pervicace della famiglia mafiosa di Castelvetrano. E oggi finisce definitivamente l'epoca di un imprenditore contiguo con gli interessi di Cosa nostra", ha spiegato il direttore della Dia, Governale.

Il provvedimento che ha portato alla confisca consta di 1000 pagine e all'interno figura un capitolo dedicato ai collaboratori di giustizia. Angelo Siino, il ministro dei Lavori di pubblici di Cosa nostra, ha messo a verbale: “Patti era persona legata alla mafia trapanese, ed era anche massone”. Il pentito ha parlato dei contatti fra Patti e “Mastro Ciccio”, Francesco Messina: “Tanto che Provenzano ci scherzava su, dicendogli che lui non aveva problemi a passare le vacanze alla Valtur”.

Nel 2010 è avvenuto il tracollo finanziario di Valtur, ma poco prima del "fallimento" Patti aveva provato ad avviare la costruzione di un nuovo villaggio con vista sulla spiaggia di Campobello di Mazara. I carabinieri del Ros, però, scoprirono che ad occuparsi dell’acquisto dei terreni e della spartizione dei lavori era il boss del luogo, Nicolò Polizzi, fedelissimo di Matteo Messina Denaro. Il figlio del boss, Pietro Luca Polizzi, venne assunto dalla "Valtur spa" e divenne il factotum del nipote di Patti, anche lui impegnato nel progetto del nuovo villaggio turistico, mai sorto.

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