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Il Parlamento europeo boccia il divieto ai fosfati e salva il Kebab

Il parlamento Ue ha bocciato la richiesta di messa al bando dei fosfati, richiesta dalla commissione Salute dello stesso europarlamento. In attesa dello studio di impatto che verrà prodotto dall’agenzia per la sicurezza alimentare di Parma nel 2018, potranno dunque continuare a essere utilizzati e consumati dai cittadini Ue.
A cura di Charlotte Matteini
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Dopo settimane di incertezza, alla fine il Parlamento europeo ha deciso di salvare il kebab, e per soli 3 voti non ne ha sancito il divieto indiretto. Il 28 novembre scorso, la commissione Salute dell'europarlamento aveva chiesto uno stop ai fosfati a protezione della salute e della sicurezza dei consumatori almeno fino alla valutazione dell'Efsa, l'Agenzia per la sicurezza alimentare di Parma, attesa per fine 2018. Per bloccare la richiesta della Commissione era necessaria la maggioranza assoluta degli eurodeputati, ovvero almeno 376, che puntualmente si è materializzata: a favore dell'utilizzo dei fosfati hanno votato i popolari, inclusi Forza Italia e AP, e i conservatori, i quali sostengono che l'uso dei fosfati è necessario per estrarre e scomporre le proteine della carne e formare una pellicola proteica che lega insieme i pezzi di carne e garantisca un congelamento e una cottura omogenei.

La Commissione Salute del Parlamento Ue ne chiedeva invece il bando alla luce di uno studio pubblicato nel 2012 sulla Deutsches Artzeblatt, che dimostrerebbe il legame potenziale tra gli additivi a base di fosfati negli alimenti e l'aumento dei rischi cardiovascolari, e di un secondo pubblicato su ‘The American Journal of Clinical Nutrition', nel quale si suggeriva invece l'esistenza di un nesso tra le diete ricche di fosforo e fosfati e l'aumento della mortalità nella popolazione nordamericana.

I membri della Commissione salute, inoltre, rilevavano che i fosfati, ritenendo acqua, aumenterebbero artificialmente il peso della carne venduta, dunque produrrebbero un aumento di prezzo ingiustificato e per questi motivi, in attesa dello studio dell'Agenzia di Parma, ne chiedevano la temporanea messa al bando, bando che però non si è concretizzato grazie alla retromarcia dei membri del Parlamento europeo.

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