Il nuovo sindaco di Barcellona: “Trasformare le case vuote in affitti sociali”

Seicentomila sfratti, 200 al giorno, per sette anni consecutivi: sono i numeri dell'emergenza abitativa spagnola rivelati da uno studio condotto dall'agenzia di rating Moody's sulla base dei dati presenti negli archivi del Consejo General del Poder Judicial e dell’Instituto Nacional de Estadística. Le regioni maggiormente colpite sono tre: Catalunya, Comuntà Valecyana e Andalusia, e gli sfratti hanno interessato sia le case abitate da famiglie povere che i locali adibiti ad attività commerciali. Secondo l'istituto di rating a innescare la crisi è stato il boom delle seconde abitazioni: si è costruito molto, spendendo tantissimo ed indebitandosi altrettanto senza avere le spalle adeguatamente coperte. La situazione è stata decisamente migliore nelle regioni del nord del paese, dove il numero degli sfratti è stato quasi l'80% più basso, e in generale dal 2012 il numero degli sfratti è decisamente diminuito e l trend dovrebbe essere confermato anche nei prossimi mesi grazie a una lieve ripresa della situazione economica. La creazione di nuovi posti di lavoro dà più facilmente accesso al credito e secondo Moody's permette di essere ottimisti.

Ebbene, alla luce di questi dati, e con migliaia di famiglie che intanto non hanno un posto dove stare dopo essere state sfrattate, il neo sindaco di Barcellona Ada Colau – eletta in una lista sostenuta da Podemos, Izquierda Unida e Movimenti popolari ha deciso di convocare un'assemblea con gli amministratori delle banche per dire basta agli sfratti e trasformare le case vuote in edifici ad affitto sociale. “Sarà difficile ma studieremo il meccanismo di sanzione per le banche che preferiscono lasciare le case vuote piuttosto che aiutare molte famiglie in difficoltà”.