21 CONDIVISIONI

Il Movimento 5 Stelle rilancia sull’impeachment a Napolitano: “Vogliamo sapere”

Il Movimento 5 Stelle rilancia sulla questione impeachment e Crimi spiega al “comitato ristretto”: “Vogliamo una seria inchiesta, non un procedimento liquidato in venti minuti”.
A cura di Redazione
21 CONDIVISIONI
Immagine

Durante la prima riunione del comitato per le prerogative parlamentari, che dovrà decidere come proseguire l'esame della messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chi si aspettava un passo indietro del Movimento 5 Stelle è rimasto sostanzialmente deluso. Infatti, dalla relazione introduttiva di Vito Crimi appare abbastanza chiaro che i grillini hanno intenzione di andare fino in fondo, malgrado le tante perplessità sulla possibilità che un processo del genere possa chiudersi con una discussione nel merito e, per farla breve, con un voto del Parlamento. L'ex capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle ha infatti spiegato i punti fermi della richiesta fatta qualche settimana fa e "appoggiata" dalle "70 mila persone si sono collegate al nostro sito vogliamosapere.m5s.info", dalle 16mila email " ai deputati capigruppo del Comitato per la messa in Stato d'Accusa e dalle migliaia di telefonate ricevute".

Ecco alcuni passaggi della relazione di Crimi che specificano meglio i punti sui quali il Movimento 5 Stelle fonda la propria richiesta:

Al fine di restituire dignità e onore alla massima istituzione dello Stato, vi chiediamo di non liquidare con superficialità le nostre osservazioni, fermatevi un attimo a riflettere, guardate il disegno d'insieme, guardate voi stessi e le forze politiche che rappresentate all'interno di questo percorso che vi illustreremo. E abbiate il coraggio di consentire, almeno, l'apertura di un'indagine.

[…] Attraverso la storia politica degli ultimi anni, che io e i colleghi del mio gruppo riper­correremo, mostreremo e dimostreremo che il presidente Napolitano ha messo in atto una serie di condotte e esercitato azioni, in aperta violazione della Costituzione, apparente­ mente prive di sistematicità ma che a nostro avviso si configurano all'interno di un unico disegno criminoso che ha come obiettivo lo stravolgimento della forma di stato e di gover­no e che mina nelle sue fondamenta la nostra costituzione. A partire dall'autunno 201O. in concomitanza con la grave crisi politica della maggioranza, è del tutto sconcertante e senza precedenti la disinvoltura con la quale il Presidente Napolitano ha dato vita ad una visione ipertrofica delle sue prerogative, tendendo a sosti­tuirsi – anche in virtù della crescente e ingravescente perdita di autorevolezza della classe politica "tradizionale " – al Parlamento e incitando l'Esecutivo – al cui vertice sì è di fatto posto – all'assunzione di comportamenti anticostituzionali e interferendo con l'ordinario svolgimento dei lavori parlamentari.

[…] Nella giornata del 16 novembre 2010 il Presidente Napolitano convocò i Presidenti

delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini imponendo loro, di fatto, uno slittamento nei tempi di esame parlamentare di tali mozioni di sfiducia, invocando motivazioni prete­stuose , come la prioritaria approvazione della legge di stabilità. […] qualora il Presidente Napolita­no non avesse leso l'autonomia delle Camere convocando i Presidenti e imponendo loro il calendario a lui preferito, ben altri sarebbero stati gli scenari politici, dimostrando in tal modo una sua palese invasione di campo.

[…] Peraltro, occorre sottolineare come il Presidente abbia, in particolar modo a partire dall'autunno del 2011 imposto al Parlamento due Esecutivi (il primo presieduto da Mario Monti, il secondo da Enrico Letta), rendendo esplicita dinnanzi al Paese la sua totale indi­sponibilità allo scioglimento delle Camere, vincolando l'indirizzo politico-istituzionale del­ l'Esecutivo ad un rigido programma di riforme istituzionali da lui stesso stilato ed imposto a Governo e Parlamento.

[…] Fino a giungere alla sua rielezione, evento storico senza precedenti, da lui stesso avallato, e probabilmente perseguito, in considerazione delle modalità di svolgimento della sua elezione, che lo ha visto compartecipe della scelta.

[…] Esercizio abusivo del potere di grazia, con particolare riferimento ai casi Sal­lusti e Joseph Romano […] Peraltro si sottolinea come l'atto di clemenza dovrebbe di norma essere concesso a condannati che abbiano scontato buona parte della pena, previo parere del giudice di sor­veglianza, unico abilitato a valutarne il percorso rieducativo. Percorso rieducativo che in nessuno dei due casi è mai stato neanche avviato

21 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views