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Il motivo per cui la famiglia Versace ha ‘scomunicato’ la serie sull’omicidio di Gianni

Perché la royal family della moda internazionale ha bollato come ‘opera di finzione’ la serie di American Crime story sull’assassinio di Gianni Versace?
A cura di Angela Marino
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Gianni e Donatella Versace
Gianni e Donatella Versace

The assassination of Gianni Versace, la serie evento sull’omicidio del patron del marchio con la Medusa, scoperchia per la prima volta gli aspetti intimi della vita dello stilista ucciso nel 1997. E come ogni ricostruzione che pretenda di scandagliare la vita privata di un uomo influente, ha scatenato due cose: la curiosità morbosa di chi guarda e la scomunica degli eredi. Perché la royal family della moda internazionale ha bollato come ‘pura finzione’ la serie di American Crime story, in onda in Italia, dal 19 gennaio su Crime Investigation?

Il primo motivo riguarda la narrazione ‘sensazionalistica' del libro, ‘Vulgar Favurs’ della giornalista americana, Maureen Orth a cui la serie si ispira e di cui riprende il tono. Un libro, per la verità, basato, più che sulla vita dello stilista calabrese, sulla biografia del suo omicida, Andrew Cunanan, morto, ufficialmente suicida, una manciata di giorni dopo l’assassinio dello stilista nella sua villa di Miami. La storia ripercorre i 90 giorni che hanno fatto del 23enne party boy del mondo del jet set americano uno dei più sanguinari serial killer, un’escalation che si è conclusa con i due proiettili esplosi sui gradini della villa di Versace il 15 luglio del '97. E sul perché un ragazzo che non aveva un passato criminale abbia ammazzato cinque persone in poco più di tre mesi, la Orth ha una spiegazione che la famiglia Versace rigetta con forza: Andrew Cunanan aveva scoperto di essere sieropositivo. Così si spiega, secondo la Orth, la scia di sangue che, passando per Chicago, da Minneapolis arriva fino a Miami mietendo cinque vittime, tutte considerati ex partner del giovane gigolò.

Il secondo motivo per cui il libro che ispira la serie è stato disconosciuto riguarda le illazioni circa la salute di Gianni Versace, contro le quali Donatella si è sempre scagliata, accusando l'autrice di ignorare i fatti. Secondo la Orth, Versace sarebbe stato affetto dal virus dell’HIV all’epoca della morte. Una teoria che la messa in onda della serie ha riportato in auge e della quale non esiste alcuna prova (l'autopsia sul corpo di Gianni Versace ha escluso che il cinquantenne fosse sieropositivo, ndr.) ma che nel libro viene tratteggiata distintamente, tanto da suggerire addirittura che lo stilista tenesse nascosta la propria malattia per non compromettere l'allora imminente quotazione in borsa (di fatto mai avvenuta) del marchio Versace. Nonostante le critiche di Donatella Versace, intervistato dal Daily mail, il produttore della serie, Ryan Murphy ha affermato che, se la sorella di Gianni guardasse la serie ‘vedrebbe che la sua famiglia viene trattata con rispetto e gentilezza'.

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