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Il “mostro di Foligno” fuori dal carcere: andrà in una casa di cura

Luigi Chiatti non tornerà libero ma verrà rinchiuso in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza come previsto dalla sentenza che lo ha riconosciuto parzialmente incapace di intendere. È stato condannato per l’omicidio di due bambini.
A cura di Susanna Picone
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Per “il mostro di Foligno” Luigi Chiatti, arriva il fine pena. Il geometra oggi 47enne condannato per gli omicidi di Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13 anni, esce dal carcere di Prato ma per il momento non torna libero. Chiatti infatti deve essere trasferito, come previsto dalla sentenza che lo ha riconosciuto parzialmente incapace di intendere, in un ospedale psichiatrico giudiziario o in una Rems, la struttura sanitaria che li sta sostituendo, per almeno tre anni. C'è massimo riserbo sulla destinazione.  “Chiatti – aveva detto uno dei suoi avvocati, Guido Bacino – non tornerà libero. Passati anche questi primi tre anni in opg o rems la sua pericolosità sociale dovrà essere nuovamente valutata e se accertata la ‘custodia' verrà prorogata. E teoricamente potrebbe succedere anche a vita”. A decidere il provvedimento nei confronti di Chiatti è stato il tribunale di Sorveglianza di Firenze, che ha così confermato quanto stabilito dalla Corte d'assise d'appello di Perugia, la quale ordinava di ricoverare il detenuto in una struttura una volta scontata la pena in carcere. Luigi Chiatti è finito in carcere all'inizio di agosto del 1993, quando venne arrestato dalla polizia subito dopo l'omicidio di Lorenzo Paolucci, e vi è rimasto fino a oggi.

I due omicidi del “mostro di Foligno” – Il primo omicidio di Luigi Chiatti risale all’ottobre del 1992, quando da Foligno scomparve il piccolo Simone Allegretti, 4 anni. Il suo cadavere venne ritrovato due giorni dopo in una scarpata grazie a un biglietto lasciato in una cabina telefonica. Il 7 agosto 1993 la seconda vittima: Lorenzo Paolucci, 13 anni, venne trovato morto vicino casa di Luigi Chiatti, all'epoca 24enne. Lui confessò quasi subito, attribuendosi anche la colpa della morte dell’altro bambino. In primo grado Chiatti è stato condannato all'ergastolo, in appello la pena è stata ridotta a 30 anni. La Cassazione ha confermato quest'ultima sentenza. Il fine pena previsto per l'omicida era nel 2023, ridotti a seguito dell'indulto e dei periodi di liberazione anticipata.

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