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Il ministro Bray: “Pompei una priorità, sì alle donazioni private”

Massimo Bray, ministro per i Beni Culturali, ritorna sulla questione Pompei in seguito al monito arrivato dall’Unesco. Il titolare del ministero ha spiegato che dal primo giorno del suo incarico ha deciso che Pompei sarebbe stata al centro della sua immediata attenzione.
A cura di Susanna Picone
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Il ministro per i Beni Culturali Massimo Bray, in seguito al monito arrivato nei giorni scorsi dall’Unesco, ha parlato di Pompei in una intervista al Corriere della Sera. Bray ha affermato che la vicenda di Pompei lo colpisce profondamente e che per il Paese il sito deve rappresentare una priorità: “Se davvero siamo convinti che Pompei e in generale il nostro patrimonio costituiscano una priorità del nostro sviluppo dobbiamo muoverci tutti insieme, governo, parlamento, istituzioni locali, professionalità del ministero, mecenati e non solo”. Il ministro ha spiegato che dal primo giorno del suo incarico ha deciso che Pompei sarebbe stata al centro della sua immediata attenzione: “È uno dei monumenti simbolo dell’Italia, di un’intera civiltà, il nostro biglietto da visita sul mondo”. E allo stesso tempo Bray ha riconosciuto come i problemi di Pompei “vanno ben oltre Pompei”.

Il Governo impegnato su Pompei – Parlando di quanto è in corso attualmente Bray ha spiegato di aver già incontrato il premier Letta e di aver concordato che il ministero individuerà una serie di priorità “alle quali seguiranno azioni concrete e risorse” e che collaborerà in stretto accordo col ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia. È facile dire – così Bray – di scommettere sulla cultura e sul turismo come leve di rilancio, difficile ottenere i mezzi. Il ministro ha parlato anche delle donazioni private che “sono più che benvenute” e ha affermato: “Se tutti riusciamo a fare sistema, a discutere di progetti che devono concretizzarsi in esigenze di restauro, turni di sorveglianza, per stroncare abusi e mettere insieme idee di valorizzazione, possiamo farcela”.

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