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Il mestiere del booktuber in Italia: quali prospettive in un Paese che non legge?

Da qualche anno questa figura è divenuta fondamentale per la diffusione della cultura letteraria, soprattutto di quella anglofona. In Italia questo fenomeno potrebbe avere delle enormi potenzialità: in un Paese che non legge, il booktuber può salvarci?
A cura di Federica D'Alfonso
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Il "mestiere" del booktuber in Italia: quali prospettive?
Il "mestiere" del booktuber in Italia: quali prospettive?

Tanta passione per la lettura e spigliatezza davanti alla telecamera: sono questi gli ingredienti principali di un “mestiere” che da qualche hanno si è diffuso nel mondo social, quello del booktuber. La parola suggerisce da sé di cosa stiamo parlando: veri e propri fan della lettura che condividono online, principalmente su Youtube, la loro passione per i libri con brevi recensioni, rassegne dei migliori titoli in uscita e consigli di lettura attraverso brevi video solitamente home made. Ma nel nostro Paese questo fenomeno, che ha in sé delle potenzialità enormi dal punto di vista della divulgazione culturale, stenta ad affermarsi: colpa degli italiani che non leggono?

La viralità come forma di cultura

Questa attività si è diffusa negli Stati Uniti a partire più o meno dal 2009, prendendo ispirazione da quella molto più semplice, e meno “culturale”, dei video haul e degli unboxing: la condivisione, tramite brevi video, dei propri acquisti più recenti. Applicato al mondo dell’editoria questo tipo di linguaggio ha creato dei veri e propri fenomeni virali. Esistono numerosi canali Youtube di altrettanti booktuber che quotidianamente condividono con i followers impressioni, esperienze di lettura, nuovi acquisti e riflessioni sugli ultimi titoli letti.

Lungi dall’essere un mero fenomeno passeggero nei paesi anglofoni la figura del booktuber ha acquisito un’importanza rilevante nel mondo dell’editoria: alcuni booktuber inglesi hanno addirittura partecipato alla promozione del Man Booker International Prize, trasformando i loro blog in veri e propri canali alternativi di divulgazione culturale con interviste agli autori e brevi recensioni dei libri in uscita. Si potrebbe, in alcuni casi, parlare di una sorta di critica letteraria “pop” che utilizza un linguaggio semplice, diretto e accessibile al maggior numero di persone possibile tramite il mezzo espressivo del video. La lettura si trasforma così in un’attività condivisa, potenzialmente condivisa da un numero sempre maggiore di utenti.

Il booktuber ci salverà?

Sebbene in Italia questo fenomeno segua a breve distanza quello statunitense, esso stenta ancora ad affermarsi seguendo le grandi potenzialità che potrebbe avere anche nella diffusione di un’attività, la lettura, che nel nostro Paese sembra sempre più trascurata. Il ruolo delle case editrici in questo senso è fondamentale: all’estero il lavoro del booktuber è in molti casi perfettamente integrato a quello degli editori che scelgono sempre di più di sfruttare questo canale per la promozione dei loro cataloghi.

I gusti dei lettori, poi, influenzano di molto l’affermarsi del mestiere del booktuber italiano: solitamente quest’attività si rivolge alle fasce più giovani, quelle che scelgono sempre di più le grandi saghe fantasy o i grandi romanzi di formazione del terzo millennio. Il pubblico adulto, quello che sceglie invece i titoli più impegnativi, risulta ancora escluso dalla viralità di un fenomeno che trae la sua forza comunicativa essenzialmente dalla relativa semplicità dei temi trattati: sarebbe forse difficile appassionarsi ad un booktuber che ci racconta “Guerra e Pace” di Tolstoj in cinque minuti. Ma le possibilità restano comunque tante: chissà se i consigli fantasiosi dei booktuber nostrani riusciranno prima o poi risvegliarci dal nostro torpore letterario.

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