8.653 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il marito la picchia, lei lo uccide e mura il cadavere nel cemento: la storia di Edith

Il caso di Edith Scaravetti, 31enne di Tolosa, divide la Francia: dopo aver ucciso il marito e occultato il cadavere, è stata condannata a 3 anni di reclusione, contro i 20 chiesti dall’accusa, ma avendoli già scontati, adesso è libera. “E’ vittima di un calvario, per questo non potete giudicarla come volgare assassina”.
A cura di Ida Artiaco
8.653 CONDIVISIONI
Edith Scaravetti e il marito Laurent.
Edith Scaravetti e il marito Laurent.

Ha subito per anni le violenze del marito, fino a che una sera, dopo che lui è tornato per l'ennesima volta ubriaco a casa, tentando di picchiarla, ha preso una carabina, gli ha sparato e ne ha nascosto il cadavere murandolo nel cemento prima di essere scoperta ed arrestata. Ma, nonostante il reato, Edith Sacaravetti, 31 anni di Tolosa e madre di tre figli, è stata condannata a soli 3 anni di carcere, contro i 20 chiesti dall'accusa, per "omicidio involontario", con una sentenza, arrivata all'inizio della scorsa settimana, che negli ultimi giorni sta dividendo tutta la Francia.

I fatti risalgono alla notte del 6 agosto 2014. Laurent Baca torna a casa, a Tolosa, in stato di alterazione, forse dopo aver bevuto un bicchiere di troppo, tira fuori dal letto sua moglie Edith, che stava dormendo, e comincia a prenderla a calci e a pugni, un atteggiamento questo ricorrente negli ultimi anni del loro matrimonio. Ma la donna questa volta non ci sta. Prende una carabina e apre il fuoco, anche se non ricorda da chi e come è partito quel colpo. Poi nasconde il corpo del marito in giardino, ma quando si accorge della puzza e delle mosche che circondano quella parte di terreno, lo sposta nella sua soffitta dove seppellisce la salma sotto una colata di cemento.

Passeranno tre mesi prima che le forze dell'ordine si accorgano di quanto successo in quella casa. Arrestata, viene processata: l'accusa chiede per lei vent'anni. Poi, il colpo di scena: lo scorso lunedì, nell'aula della corte d’Assise dell’Haute Garonne, tra i sei giudici laici, cioè i comuni cittadini che avrebbero dovuto giudicare insieme ai magistrati, si sono presentate 5 donne. Venerdì non è arrivata l'attesa sentenza: Edith è stata condannata a tre anni, pena già scontata, e adesso è libera. Il verdetto ritiene certe le violenze domestiche subite e accorda il beneficio del dubbio sulle circostanze della morte di Baca.

"Quello che ho fatto è orribile – ha detto la donna in aula -. Laurent non era un mostro, era un uomo che soffriva moltissimo. Parliamo in tv delle donne picchiate, del loro silenzio, ma un uomo violento che picchia sua moglie non lo fa per piacere". I suoi avvocati hanno descritto durante il processo la personalità del marito, "uomo che esigeva tutto, che ha fatto vivere per 10 anni un vero calvario a Edith, fatto di "violenze fisiche, psichiche e sessuali. Per questo non potete giudicarla come una volgare assassina".

8.653 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views