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Il marito è troppo silenzioso e la moglie lo denuncia: a processo per maltrattamenti

L’uomo, 57 anni, di Chivasso (Torino), andrà a processo perché non rivolgeva la parola alla moglie. Quest’ultima, inoltre, lo accusa di averla sminuita e criticata.
A cura di Biagio Chiariello
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Un imprenditore 57enne di Chivasso, in provincia di Torino, dovrà affrontar un processo per maltrattamenti in famiglia. Eppure l’uomo non ha mai picchiato la consorte. Quest’ultima, piuttosto, lo accusa di averla sminuita e criticata. Secondo le accuse dell’ormai ex moglie, durante la convivenza, il 58enne avrebbe trascorso lunghi periodi in silenzio in sua presenza, senza dunque rivolgerle la parola. Sempre stando a quanto afferma la donna, al suddetto mutismo si accompagnavano talvolta atteggiamenti autodistruttivi, come sbattere violentemente la testa contro il muro. Situazione sarebbe stata poi esasperata dal complicato rapporto con il suo unico figlio, per il quale la procura lo accusa di non aver provveduto a versare il mantenimento.

Il processo è in corso davanti al Tribunale di Ivrea, In occasione dell’ultima udienza, nei giorni scorsi, è stata sentita la versione dell’imputato. La sentenza di primo grado è attesa per il prossimo 28 febbraio 2018. “Il rapporto con la mia ex moglie ha avuto due fasi. La prima è terminata nel 2000 quando ci siamo separati e nostro figlio aveva tre anni. Poi però, ci siamo rimessi insieme. La situazione è nuovamente precipitata nel 2010, quando sono nuovamente andato via di casa”. Come detto, la situazione sarebbe precipitata anche per via dei rapporti col figlio. “Spesso mia moglie mi telefonava per chiedermi aiuto; vivere con nostro figlio adolescente non era facile. Spesso non rispettava le direttive che lei gli impartiva” ricorda l’imprenditore.

Una sera d’estate mi chiamò dicendomi che aveva detto al ragazzo di rientrare entro le 23, ma temeva che lui non lo facesse. Io le consigliai, qualora non tornasse nell’ora stabilita, di non aprirgli la porta di casa. Io sarei stato sotto casa per fargli la ramanzina. Mia moglie era d’accordo con me. Mi chiamò verso mezzanotte, dicendomi che nostro figlio era sul pianerottolo. Andai, discutemmo fuori casa e poi entrammo. Una volta in salotto la mia ex moglie, nonostante si lamentasse della mancanza di rispetto del ragazzo, iniziò a giustificarlo. Così fui io ad andarmene sconsolato.

Da quel momento il ragazzo non ha più voluto avere rapporti con me, nonostante io l’abbia cercato in molte occasioni”.

A parte un episodio, che risale al 1998, quando l’uomo avrebbe strattonato la moglie per un braccio, non ci sono state violenze fisiche. Per ciò che riguarda l’accusa di mancato mantenimento, l’uomo ha spiegato: “Dopo la separazione, ho perso il lavoro. Ho vissuto momenti duri. Sono tornato a vivere con mio padre. Poi ho aperto una attività mia, non è stato facile ma ora le cose vanno meglio. Non è vero, però, che non ho contribuito al mantenimento del ragazzo, gli pagavo metà delle spese sportive e scolastiche fino a che ho potuto”.

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