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Il mago Mandrake si butta nel fiume con mani e piedi legati per imitare Houdini: ritrovato morto

La polizia ha confermato oggi l’annegamento del 42enne Jadugar Mandrake (il Mago Mandrake), morto cercando di imitare uno dei trucchi più famosi del più grande illusionista della storia. Il cadavere è stato ritrovato a due chilometri di distanza dal luogo in cui si era immerso nel fiume Hoogly, a Calcutta.
A cura di Biagio Chiariello
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Ad un giorno dalla sua scomparsa è stato trovato il corpo senza vita di Chanchal Lahiri, l’illusionista e controfigura di professione, noto col nome d'arte di Jadugar (mago) Mandrake, come il celebre fumetto degli anni '30. Come riferisce il Guardian, il 42enne era stato calato nelle acque del fiume Hooglhly, vicino Kolkata, legato mani e piedi con una catena e delle corde. Un tentativo di ripetere le orme di Harry Houdini purtroppo finito nel peggiore dei modi. "Se posso liberarmi, allora sarà magia, ma se non ci riesco, allora sarà una tragedia". Questo il suo annuncio alla folla che si era radunata per assistere allo show e che non ha potuto evitare il dramma. Quando gli spettatori e i parenti hanno intuito che qualcosa era andato storto hanno immediatamente allertato la polizia, ma era ormai troppo tardi.

Il cadavere del mago Mandrake è stato rinvenuto a 2 chilometri di distanza dal luogo dell'incidente ed è stato identificato ieri notte dai suoi familiari. "Le mani erano libere, ma le gambe erano ancora legate da catene e corde", ha riferito un ufficiale della stazione di polizia di North Port della città indiana. Gli stessi agenti sono stati accusati dai parenti di Lahiri per non aver impedito il numero e per l’assenza di un controllo maggiore, l’uomo aveva però messo per iscritto le sue volontà assumendosi le proprie responsabilità.

Secondo Sumit Kharbanda, presidente della Fratellanza Indiana dei Maghi, Mandrake aveva inscenato lo stesso spettacolo di magia, con successo, diverse volte: "Si esercitava in piscine e fiumi. Tutti i trucchi di magia devono essere perfetti e ci vuole molta pratica, ma anche con l'impegno, le cose possono andare male. Era uno spettacolo molto pericoloso, non so se sia stata una questione di respirazione o non sia stato in grado di liberarsi dalle catene”. Il mago aveva già tentato l'impresa nel 2013. Si era fatto gettare nelle acque dello stesso fiume, mentre era all'interno in una gabbia di vetro sigillata, riuscendosi a liberare in appena 29 secondi, salvo poi essere accusato di aver usato una porta laterale facilmente visibile. Forse cercava un riscatto e per questo aveva provato ad osare di più.

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