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Il giallo del batterio killer: non arriva dai cetrioli. Polemica tra Spagna e Germania

L’Escherichia coli finora ha ucciso 16 persone e provocato 1.169 infezioni in Germania, e sta causando il panico nella comunità europea. Ma l’origine del batterio non è da ricercare nei cetrioli spagnoli.
A cura di Redazione Scienze
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Si fa sempre più intricato il giallo del batterio-killer Ehec che sta dilagando negli ultimi giorni in Europa. L'Escherichia coli finora ha ucciso 16 persone e provocato 1.169 infezioni in Germania. Le prime indicazioni hanno indicato i cetrioli spagnoli come probabile fonte del focolaio del batterio, e la conseguente incertezza circa la freschezza dei prodotti ha avuto effetti drammatici sull'economia mondiale. Ma l'ultimo aggiornamento sulla vicenda sembrerebbe scagionare i suddetti ortaggi. Ieri Cornelia Pruefer-Storckse, Ministro della Sanità tedesca, non senza imbarazzo, ha riferito che gli agenti patogeni identificati su due dei tre cetrioli spagnoli analizzati e risultati contaminati "non coincidono" con quelli trovati nelle feci di alcuni pazienti. Nell'apprendere la notizia il governo spagnolo ha fatto sapere che non viene esclusa l'ipotesi di "iniziative contro le autorità di Amburgo, che hanno messo in dubbio la qualità dei nostri prodotti". Lo riferisce il vice premier e Ministro degli Esteri,  Alfredo Pérez Rubalcaba, aggiungendo: "Se dipendesse dai cetrioli, ci sarebbero stati casi di malattia anche in Spagna". E riferendosi alle perdite, stimate dalla Federazione spagnola dei produttori di frutta e verdura (Fepex), ha affermato: "Una volta stabilita la verità, bisognerà ovviare agli ingenti danni".

L'infezione provoca emorragia interna, diarrea e insufficienza renale ed è parzialmente resistente agli antibiotici, affermano gli scienziati. Il ceppo Ehec può causare sindrome emolitico-uremica (Seu), caratterizzata da insufficienza renale acuta e in casi estremi da convulsioni, ictus e coma.La Germania ha confermato 373 casi di Ehec. In Svezia, l'infezione da E. coli sarebbe stata contratta da 41 persone, di cui 15 hanno sviluppato la sindrome emolitico-uremica. Altri sei casi di Seu sono stati individuati in Danimarca, tre nei Paesi Bassi e due Regno Unito. Nessun caso in Italia, dove tuttavia il blocco delle importazioni sta facendo perdere 600 mila euro al giorno.

In realtà secondo i funzionari sanitari tedeschi il primo caso di epidemia di E. coli sarebbe stato registrato in Repubblica Ceca. Si tratta di turista americano, appena arrivato nel paese dell'Europa centrale, dopo un viaggio nel nord della Germania, dove aveva mangiato un insalate di verdure. L'uomo ora è ricoverato in un ospedale a Praga. I ricercatori avevano già messo in guardia contro il consumo di lattuga, cetrioli e pomodori crudi provenienti dal nord della Germania, dove sono stati segnalati molti casi, tra i quali un numero sproporzionato di pazienti che aveva consumato questi alimenti.

Jorge Brotons, il presidente della federazione spagnola per le esportazioni di frutta e verdura, ha detto in una conferenza stampa che quasi tutti i paesi europei hanno smesso di comprare prodotti spagnoli. "C'è un effetto domino su tutte le verdure e la frutta", ha detto, aggiungendo che il divieto delle importazione sta costando caro agli esportatori spagnoli: 200 milioni di euro a settimana.

Le preoccupazioni non deve creare allarmismi eccesivi, ci tengono a sottolineare i produttori: "Occorre assolutamente evitare il panico che si sta diffondendo, ad esempio, in Germania ed invitare ad orientarsi sui prodotti nazionali", tranquillizza l’associazione agricola Copagri.

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