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Il fumo uccide 70.000 persone ogni anno? Ricopriamo i pacchetti di sigarette di messaggi "negativi"

Le hanno provate davvero tutte per scoraggiare i fumatori incalliti, anche i discutibili messaggi shock ispirati alla strategia della paura. Nonostante ciò in Italia ben 12 milioni di persone fumano circa 70 miliardi di sigarette l’anno. Così arriva la nuova campagna i cui effetti andranno tutti verificati.
A cura di Redazione Scienze
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Il fumo uccide 70000 persone ogni anno Ricopriamo i pacchetti di sigarette di messaggi negativi

70.000 persone uccise ogni anno in Italia. Non sono le statistiche delle vittime degli incidenti stradali, ma quelle dei decessi causati dal fumo nel nostro Paese. Anzi, se si considera che i morti della strada ogni anno sono "solo" 5.000, si capisce la rilevanza del problema del tabagismo in Italia. 12 milioni di persone fumano e non si tratta di qualche sporadica sigaretta, visto che si consumano annualmente 70 miliardi di "bionde". Sono ben 70mila le persone che muoiono di malattie legate al fumo ogni anno.

Le hanno provate davvero tutte per scoraggiare i fumatori più o meno incalliti: dalle ricerche sugli effetti degli sms alle discutibili campagne della Food and Drug Administration sugli “appelli alla paura” con immagini shock sui pacchetti di sigarette americani. Ma, come abbiamo visto, i numeri parlano da sé.

In questi giorni gli esperti, in occasione della VI Conferenza Nazionale sulla BCPO dal titolo “Quale futuro per i pazienti BPCO”, sono tornati a riunirsi per pensare a nuove strategie di comunicazione per ridurre la dipendenza dal fumo, soprattutto tra i giovani. Ne è venuta fuori una proposta: nuova veste grafica per i pacchetti di sigarette, con la riduzione al minimo dei loghi pubblicitari, per lasciare la gran parte dello spazio (80%) per messaggi negativi e che possano dissuadere dal fumo. In altre parole i consumatori avranno la possibilità di conoscere solamente i marchi che si acquistano, ma quest'ultimi dovranno mettere da parte ogni scelta di marketing .

L'obiettivo infatti è proprio quello di portare ad una disaffezione nei confronti del brand da parte del fumatore. In altre parole, un incentivo in più per smettere. «Purtroppo la lotta contro le multinazionali è molto difficile – spiega Stefano Centanni, presidente Simer (Società italiana di medicina respiratoria) e Ordinario Malattie Respiratorie Università degli Studi di Milano -. Ma se si riuscisse potrebbe essere una svolta: annullare un marchio commerciale potrebbe determinare disaffezione».

E la nuova campagna comincia già a partire dalle parole di Centanni: «l’odore del fumo è cattivo, rende fastidiosamente puzzolente l’alito e la pelle, i denti diventano gialli e i capelli opachi, fumare diminuisce la potenza sessuale e chi fuma è un depresso, che combatte la sua depressione con il fumo della sigaretta, inoltre chi è vittima della nicotina, non è una persona libera».

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