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Il drammatico racconto delle ragazze scampate a Boko Haram: “Erano travestiti da soldati”

Le ricostruzioni dei quei terribili momenti da parte delle ragazzine scampate all’assalto della scuola di Dapchi dove sono state rapite 110 giovani. I famigliari puntano il dito contro l’esercito che non ha garantito la sicurezza.
A cura di Antonio Palma
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"Erano in divisa militare, ci chiamavano, dicevano di salire sulle loro auto. Mi sono avvicinata pensando che fossero soldati, ma a un certo punto uno mi ha riso in faccia. A quel punto ho capito che era una trappola e sono corsa via", è il drammatico racconto di una delle ragazze scampate al terribile assalto a una scuola di Dapchi, in Nigeria, avvenuto la sera del 19 febbraio scorso ad opera dei miliziani jihadisti di Boko Haram. Dopo aver sentito gli spari dei jihadisti che si stavano avvicinando alla scuola, le studentesse infatti avevano intuito cosa stesse accadendo e hanno tentato di scappare da tutte le parti ma, per prenderne il maggior numero possibile, i miliziani si sono finti soldati invitandole ad andare con loro e assicurando che le avrebbero messe in salvo.

Nella loro trappola sono finite 110 ragazze tra cui moltissime minorenni, come ha ammesso lo stesso governo locale dopo giorni di reticenze. "I terroristi erano in divisa militare con turbanti in testa. Continuavano a dirci di andare da loro, che ci avrebbero salvato, Non li abbiamo ascoltati e abbiamo continuato a correre. Ero con mia sorella più piccola, la tenevo per mano, ma nella confusione l’ho persa. Da allora non l’ho più rivista" ha ricostruito alla Cnn un'altra adolescente di 13 anni scampata al rapimento.

"Non vogliamo che queste ragazze rimangano a lungo con quei militanti, potrebbe accadergli qualsiasi cosa", è il disperato appello dei parenti che puntano il dito anche contro il governo locale, accusato di non aver garantito la loro sicurezza smantellando i check point in zona. "È come se quelli di Boko Haram ci stessero osservando. Appena spariti i soldati, ci hanno attaccato", hanno spiegato i genitori delle ragazze. Il governatore dello stato di Yobe, Ibrahim Gaidam, dal suo canto ha accusato l'esercito di non averlo informato mentre i militari spiegano che era compito della polizia continuare a proteggere la città

Intanto nella giornata di martedì l'esercito nigeriano ha annunciato la liberazione di oltre 1.100 persone, tra cui donne e bambini, che erano state rapite dagli estremisti islamici di Boko Haram nei mesi scorsi, Le liberazioni a seguito di una vasta campagna militare condotta in diverse aree della regione del lago Ciad, vicino al Camerun. I jihadisti nigeriani, alleatasi nel 2015 con l'Isis, in quasi dieci anni infatti hanno sequestrato decine di migliaia di persone, la maggior parte mai tornate a casa.

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