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Il coraggio di Jessica, incinta e malata di tumore: “Torno a vivere insieme a mio figlio”

Jessica Ricci, 29 anni, ha affidato la sua storia a Facebook, un racconto condiviso dal policlinico Sant’Orsola di Bologna dove la donna ha portato avanti la gravidanza da malata di tumore.
A cura di Susanna Picone
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“Entrando al padiglione 4 del Sant’Orsola ti trovi davanti ad un bivio: il corridoio di sinistra porta alla maternità, dove la vita nasce, dove si respira aria di felicità, dove vedi la gente camminare con il sorriso; a destra invece ci sono tanti ambulatori, tra cui quelli oncologici. Mi piaceva chiamarli ‘il corridoio delle cose belle’ quello di sinistra e ‘il corridoio delle cose brutte’ quello di destra. Io ho percorso entrambi i corridoi”. Inizia così il post di Jessica Ricci, una donna di ventinove anni di Molinella (Bologna) che ha affidato a Facebook un racconto del suo ultimo anno di vita. Un anno difficile, trascorso in gran parte presso il policlinico Sant'Orsola di Bologna, che però lei ha superato e che ora che “ha sconfitto il bastardo” ha deciso di condividere per dare coraggio ad altre donne che si trovano a vivere un dramma simile. Jessica ha scoperto di essere incinta non appena è tornata dal viaggio di nozze. Si sentiva fortunata: “Mi sentivo felice da far schifo. avevamo la nostra casa, il nostro cane, un lavoro che adoro, ci eravamo appena sposati, eravamo appena tornati dal nostro viaggio di nozze da sogno, avevamo appena scoperto che saremmo diventati genitori…cosa potevamo volere di più? Era la vita perfetta”. Ma poi improvvisamente tutto è cambiato “e così siamo passati da quell’immensa gioia alla devastazione totale”. Questo perché Jessica poco dopo aver scoperto di aspettare un bambino ha anche saputo di avere un tumore.

“In quel momento mi è quasi mancato il respiro, fino a un minuto prima la mia vita era perfetta e un minuto dopo ho pensato ‘quanto mi rimane? tra quanto morirò?’”, prosegue il racconto di Jessica che però poi ha iniziato a lottare. Il tumore era troppo grande e quindi inoperabile per cui l’unica strada possibile da percorrere era iniziare la chemioterapia e provare a ridurlo. “Da febbraio a luglio le mie settimane sono state: lunedì prelievi, martedì chemio, mercoledì trasfusioni, giovedì visite. Ho iniziato la chemio, sei ore al giorno, a letto attaccata a quella flebo. Guardavo quelle gocce scendere ed entrare nelle mie vene, vedevo il mio corpo che cambiava, i capelli che cadevano, stavo perdendo tutto di me. Mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo più”. Jessica ha raccontato anche di come sia stato difficile continuare le giornate facendo finta di star bene, cercando di non cedere. “Spesso mi è capitato di incontrare persone che mi chiedevano come stavo, avrei voluto rispondere ‘sono incinta, ho un tumore e mi stanno bombardando di chemio, come vuoi che stia?’ invece facevo un bel sorriso. Anche ciò che fa più male serve e insegna, ho imparato tantissimo in questo ultimo anno di vita: ad apprezzare di più ogni cosa e non dar nulla per scontato”.

E alla fine Jessica ha vinto la sua battaglia: è diventata mamma il 3 agosto del piccolo Tommaso e un mese dopo è entrata in sala operatoria per l'asportazione del tumore. A fine settembre il verdetto è positivo: "Ho vinto io, l’ho sconfitto quel bastardo". Così – racconta ancora la neo mamma – "siamo usciti da quella porta con un sorriso e un pianto liberatorio, un vortice di emozioni inspiegabili, ci siamo liberati di quasi un anno di dolore. Oggi finalmente solo lacrime di gioia. Da oggi ricomincio a vivere, sempre con il sorriso, godendomi davvero la vita e godendomi mio figlio che è stato davvero un miracolo perché poteva non esserci, e invece ha lottato insieme a me per vivere, ha combattuto per 9 mesi, dentro di me, proprio vicino a quel tumore, e oggi è qui, mi guarda e sorride come se sapesse quello che abbiamo vissuto insieme, e con quel sorriso mi volesse dire ‘mamma ce l’abbiamo fatta'".

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