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Il cane dei vicini abbaia per ore e disturba la quiete: ecco come agire legalmente

Nel caso in cui il cane di un vicino di casa abbaia per ore disturbando la quiete degli altri inquilini del condominio, le vittime dei disturbi acustici possono tutelarsi in vari modi, arrivando al sequestro o all’allontanamento dell’animale.
A cura di Stefano Rizzuti
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A tutti può capitare di avere a che fare con vicini di casa rumorosi. E, allo stesso modo, può capitare di avere a che fare con il cane dei vicini che abbaia a lungo e disturba il riposo o il lavoro delle persone che vivono negli appartamenti dello stesso condominio. Un problema che riguarda da una parte chi subisce il disturbo acustico, ma dall’altro anche lo stesso animale che magari abbaia per ore perché lasciato solo, chiuso in una stanza di un appartamento o sul balcone, e in generale maltrattato dal suo proprietario. La legge consente, in questi casi, di intervenire a tutela sia del condomino danneggiato dal rumore sia dello stesso cane che crea il disturbo, per cause ovviamente non imputabili all’animale.

La legge tutela i vicini di casa danneggiati dall’abbaiare del cane o anche dall’odore dei suoi escrementi. Dal punto di vista legale, è possibile fare richiesta al giudice sia da parte di un condominio che dai proprietari degli appartamenti. In particolare, si può chiedere di sequestrare il cane che abbaia o che venga affidato ad altre persone o comunque portato in un luogo diverso.

Il sequestro del cane che abbaia

Per i cani che abbaiano è possibile mandare una diffida e persino chiedere un risarcimento del danno per le eventuali notti insonni. Il problema, in questo caso, è che le pratiche per il risarcimento prevedono una causa lunga e spesso costosa. Un metodo più semplice e veloce è quello della denuncia, ma è possibile sporgerla solo in caso di commissione del reato di “disturbo del riposo delle persone”. In sostanza, questo può avvenire quando i rumori emessi danno fastidio a tutto lo stabile o alle case nei dintorni. Si ricade nel campo del penale solo se viene lesa la quiete pubblica e se il disturbo riguarda più famiglie.

Il sequestro del cane come misura penale preventiva può quindi avvenire in caso di disturbo di più persone per evitare il rischio di reiterazione del reato. Inoltre, secondo quanto stabilito da una sentenza della Cassazione, si può procedere con il sequestro preventivo se il cane viene lasciato solo in casa tutto il giorno e se esiste per l’animale domestico il pericolo che si ripetano le molestie acustiche a causa dello stile di vita del padrone, magari mai presente in casa.

L’allontanamento del cane

Per riuscire a ottenere l’allontanamento del cane che disturba non ci si deve necessariamente rivolgere al giudice penale. Una recente sentenza del tribunale civile di Napoli ha infatti stabilito che il condominio disturbato dai rumori degli animali di un inquilino o dai cattivi odori può rivolgersi al giudice. Se viene evidenziato che esistono intollerabili emissioni acustiche e olfattive si può ordinare al responsabile di disfarsi degli animali (discorso che non vale solo per il cane). Tra l’altro, l’evidenza può essere riscontrata dal giudice anche solo grazie alle testimonianze raccolte.

Inoltre, è possibile chiedere anche il pagamento di una penale per ogni giorni di ritardo nell’adempimento della misura. L’ordine del giudice può essere ottenuto anche dal condominio tramite il suo amministratore. La stessa sentenza del tribunale di Napoli prende poi in considerazione anche il caso in cui i padroni, per evitare di incappare in risarcimenti e nell’allontanamento del cane, ricorrono a dei sedativi per il loro animale domestico. Caso non rarissimo, secondo il tribunale, e che comporta il rischio di imputazione per maltrattamento degli animali.

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