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Il Brasile ad una svolta, Bolsonaro giura da Presidente: “Cambieremo il destino del Paese”

“Valorizzeremo la famiglia e le nostre tradizioni giudaico-cristiane, combatteremo l’ideologia di genere”, così si è presentato nel suo discorso di insediamento il neo presidente brasiliano Jair Bolsonaro, confermando gli obiettivi chiave del suo programma elettorale che lo ha portato alla vittoria come la sicurezza.
A cura di Antonio Palma
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"Uniremo il popolo, valorizzeremo la famiglia e le nostre tradizioni giudaico-cristiane, rispetteremo le religioni, combatteremo l'ideologia di genere", con queste parole il leader della destra populista brasiliana Jair Bolsonaro si è insediato nelle scorse ore come presidente del Brasile dando il via a quella che si prospetta come una nuova era per il Paese sudamericano. Prestando giuramento davanti al Congresso di Brasilia, il vincitore delle elezioni dell'ottobre scorso ha a spiegato che il Brasile affronterà "un periodo di grandi sfide", assicurando: "Se sapremo ascoltare il popolo riusciremo a raggiungere gli obiettivi" perché si tratta anche di un periodo di "grande speranza".

"Il Brasile tornerà a essere un Paese libero dalle catene ideologiche", ha aggiunto l'ex militare nel suo discorso di insediamento scagliandosi contro la  corruzione politica. Ha fatto appello ai parlamentari perché lo aiutino a "liberare definitivamente" il Paese "da criminalità, corruzione, irresponsabilità economica e giogo ideologico". "Cambiaremo il destino del Brasile" ha proseguito, aggiungendo: "Abbiamo creato la nostra squadra di governo con una forma tecnica, senza l'inclinazione politica che ha trasformato lo Stato in inefficiente e corrotto. Realizzeremo riforme strutturali, che saranno essenziali per la salute economica e la sostenibilità dei conti pubblici. Dobbiamo creare un circolo virtuoso e aprire i nostri mercati al commercio internazionale".

Confermando i punti chiave del suo programma elettorale che lo ha portato alla vittoria come la sicurezza, Bolsonaro ha spiegato di voler "cambiare il destino del Brasile" rispettando però la democrazia. Ringraziando Dio "per essere vivo" dopo l'accoltellamento subito in campagna elettorale, così come i medici che lo hanno curato, si è detto "rafforzato, emozionato e grato a Dio e ai brasiliani che gli hanno affidato questa missione". Immancabile la chiusura con il suo slogan: "Il Brasile prima di tutto, Dio prima di tutto".

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