23 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il 2018 è l’Anno del Cibo Italiano nei musei: “Con la cultura si mangia”

Da Caravaggio a Leonardo, l’arte italiana ha da sempre valorizzato il ruolo del cibo. La campagna social del MiBact e 2018 Anno del Cibo Italiano punta a riconoscere la valenza culturale del cibo e a unire turismo, enogastronomia e arte.
A cura di Redazione Cultura
23 CONDIVISIONI
Immagine

Inizia, dopo l'annuncio congiunto dei ministri Franceschini e Martina lo scorso giugno, il 2018 Anno del Cibo Italiano, tentativo di valorizzare le strette interconnessioni tra cibo, arte e paesaggio, che rappresentano i migliori attrattori culturali del nostro Paese. L'anno del Cibo Italiano sarà lo sbocco naturale della concezione che tenta di coniugare cultura e turismo, enogastronomia e paesaggio. Nasce così la campagna social del MiBact volta a promuovere le foto degli utenti dall'interno degli oltre 420 siti culturali italiani coinvolti, come sempre la condivisione delle foto diventerà un reportage collettivo che, attraverso il cibo, racconterà anche la storia della nostra società, l’evoluzione del gusto, evidenziando quanto il patrimonio enogastronomico faccia parte dell’identità italiana.

D'altro canto, è l’arte a riconoscere per prima la valenza culturale del cibo, il suo valore simbolico, sociale ed estetico, oltre che vitale, dall’epoca greco-romana fino all’avvento del barocco e al contemporaneo. La campagna social sarà tutta incentrata su alimenti e piatti d’autore, quelli realizzati con tempera e chiaro scuro, in marmo o su ceramica, belli da concepirne profumo e gusto. Un calice di vino nella mano di Bacco, piatti abbondanti di cacciagione, pesci e crostacei per un banchetto luculliano, ceste ricolme di grappoli d’uva, pani, mele e melograni, cascate di ciliegie di tutti i pantoni di rosso.

L’account Instagram @museitaliani posta e condivide circa 50 locandine digitali, tra le quali figurano la stele di Karo al Museo Egizio di Torino, la Cena con sponsali di Gherardo delle Notti, la Natura morta con peperoni e uva di Giorgio De Chirico, così come le sculture di Darren Bader al Museo Madre di Napoli e i manifesti pubblicitari conservati al Museo Salce di Treviso. Non potevano poi mancare l’Ultima Cena di Leonardo, gli affreschi di Pompei, le nature morte della Villa Medicea di Poggio a Caiano e i dipinti della Scuola Napoletana.

23 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views