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I tatuaggi più antichi risalgono a 5 mila anni fa: la scoperta su due mummie egizie

La notizia è stata appena diffusa dagli archeologi del British Museum: quelle che sembravano semplici macchie della pelle sono in realtà dei tatuaggi. I più antichi della storia.
A cura di Federica D'Alfonso
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Una delle sei mummie rinvenute nel deserto di Gebelein, in Egitto: il suo soprannome è "Ginger".
Una delle sei mummie rinvenute nel deserto di Gebelein, in Egitto: il suo soprannome è "Ginger".

5 mila anni fa i tatuaggi erano già di moda: lo rivelano gli studi effettuati su due antichissime mummie egizie, un uomo e una donna, entrambi ricoperti di quelli che ad una prima analisi sembravano semplici macchie scure dovute agli agenti atmosferici. In realtà si tratta di veri e propri tatuaggi: un toro, una pecora selvatica e alcuni misteriosi simboli non ancora identificati incisi nella pelle potrebbero essere un notevole passo in avanti nella conoscenza degli usi religiosi tipici dell’età pre-dinastica, quando i faraoni non regnavano ancora sull'Egitto.

I risultati delle ricerche agli infrarossi condotte dagli studiosi del British Museum sono stati pubblicati sul Journal of Archaeological Science, presentando quelle che secondo le stime sarebbero le più antiche mummie tatuate del mondo. I due corpi appartengono ad un gruppo più ampio di cadaveri rinvenuti nel 1900 a Gebelein, una regione meridionale dell’Egitto, e per decenni hanno fatto parte della collezione permanente del museo britannico senza destare sospetti.

Nel corso di un progetto per il riesame dello stato di conservazione dei manufatti, la scoperta: quelle che sembravano semplici macchie scure sono in realtà dei veri e propri tatuaggi realizzati con tecniche rudimentali ma estremamente efficaci. Entrambi i corpi contengono tatuaggi scavati nel derma, la parte più spessa della pelle, con un inchiostro ricavato da una specie di fuliggine.

L’uomo del ghiaccio non fu il primo a tatuarsi

I tatuaggi sono una consuetudine attestata in molte culture antiche. Fino a questo momento la più antica mummia, anch’essa naturale, testimone di questa usanza era quella di Ötzi: conosciuto anche come “l’uomo del ghiaccio”, il suo corpo è stato rinvenuto dei primi anni Novanta sepolto dai ghiacci al confine fra Austria e Italia. Anche lui, vissuto nel IV millennio a. C., sfoggia una grande serie di tatuaggi che lo coprono dalla testa ai piedi. Ma, a differenza di quelli di Ötzi che sono prevalentemente figure astratte o geometriche di ancora non chiaro significato, le due mummie egizie sono le prime ad avere dei tatuaggi che rappresentano immagini.

Tori e pecore: i tatuaggi egizi

Le mummie, risalenti ad un periodo compreso fra il 3932 e il 3030 a. C., sono quelle di un uomo e di una donna: il primo, morto a vent’anni per una pugnalata alla schiena, esibisce fieramente i disegni di un toro con lunghe corna elaborate e di una pecora. Animali fortemente significativi per le popolazioni dell’Antico Egitto, simboli di forza, potere e coraggio.

La donna invece, di cui non si conosce ancora né l’età né la causa di morte, sfoggia una serie di piccole decorazioni a forma di “S” sulla spalla destra. Sotto di essa, altri simboli e motivi geometrici, molto simili alle decorazioni degli oggetti cerimoniali rinvenuti assieme alle mummie: gli archeologi sono ancora incerti circa il reale significato dei disegni, che comunque sarebbero legati allo status molto elevato della donna e alla sua funzione sacra e rituale.

La scoperta cambia decisamente il modo in cui fino ad ora si interpretava l’arte del tatuaggio per gli antichi egizi: fino a questo momento gli archeologi concordavano nell'attribuire tatuaggi e decorazioni estetiche solo alle donne. Le mummie di Gebelein dimostrano che non è così.

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