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I suoi fari “disturbano” le stelle: alla concessionaria d’auto arriva una multa di 1715 euro

Il titolare di una concessionaria d’auto di Padova è stato multato per “inquinamento luminoso”. Secondo quanto fa sapere l’Associazione Veneto Stellato, che riunisce i gruppi astrofili della regione, aveva posizionato nel piazzale antistante il suo esercizio commerciale dei fari che impedivano di poter scrutare il cielo.
A cura di Susanna Picone
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Una multa da 1715 euro per aver “disturbato” il cielo stellato. La persona multata è il titolare di una concessionaria d’auto di Padova colpevole, a quanto pare, di aver posizionato dei fari in modo scorretto. E quindi di aver di fatto “disturbato” le stelle con le sue luci. Insomma, il titolare della concessionaria d'auto in Veneto è stato multato – è la prima volta che accade in regione – per “inquinamento luminoso”. A diffondere questa notizia curiosa è stata l’Associazione Veneto Stellato, che riunisce i gruppi astrofili sparsi per la regione e che da anni si batte contro le tante luci che, soprattutto in città, impediscono di vedere le costellazioni in cielo. Da quanto ricostruito, l'uomo aveva posizionato nel piazzale antistante il suo esercizio commerciale dei fari in modo scorretto che appunto impedivano di poter scrutare il cielo di notte. La multa è scattata perché il concessionario non avrebbe tenuto conto dell'avvertimento degli ispettori dell'Arpav che lo scorso maggio avevano rilevato l'infrazione, dando all'imprenditore 90 giorni di tempo per mettersi in regola. A quel punto la Polizia locale non ha potuto far altro che sanzionarlo con 1715 euro di multa, 343 per ogni punto luce installato, per violazione della normativa regionale contro l'inquinamento luminoso.

Inquinamento che altera molti equilibri – “Non è soltanto una questione astronomica – assicurano, si legge sul Corriere del Veneto, gli esperti di Arpav – questo tipo di inquinamento altera molti equilibri”. C’è un danno alla comunità scientifica, quello culturale “perché gran parte degli scolari vede le costellazioni celesti solo sui libri di scuola”, il danno ecologico dato che “le intense fonti luminose alterano il normale oscuramento notturno influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte”, e anche un danno sanitario “perché la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca diversi disturbi”. Infine c’è l’aspetto economico: “Una grossa percentuale dei circa 7150 milioni di chilowatt utilizzati per illuminare strade e monumenti – fa sapere Arpav – viene inviata senza ragione direttamente in cielo”.

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