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I primi fumetti della storia? Merito dei greci: ma i reperti più importanti si trovano in Italia

Anche i greci conoscevano l’arte del fumetto: usato per veicolare contenuti mitici e culturali, questo particolare mezzo letterario era “nascosto” sui vasi di terracotta, molti dei quali sono giunti fino a noi. I reperti più interessanti si trovano in Italia.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il celebre vaso François, risalente al 570 a. C. e conservato presso il Museo Archeologico di Firenze.
Il celebre vaso François, risalente al 570 a. C. e conservato presso il Museo Archeologico di Firenze.

Si ipotizza che la nascita del fumetto, come lo leggiamo oggi, sia avvenuta alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti. Ma, in realtà, la cultura delle “storie in immagini” è molto più antica di quello che pensiamo: furono, secondo studi nemmeno troppo datati, i greci i primi ad elaborare un sistema di diffusione della cultura attraverso l’arte figurativa. E furono i vasi i mezzi preferiti dai greci per le loro storie a fumetti.

Non molto tempo fa ai Musei Vaticani è stata presentata una scoperta molto importante: durante il restauro di alcuni vasi greci sono state notate delle iscrizioni nascoste sotto la tradizionale pittura rossa o nera. I disegni, incisi nell’argilla, erano delle annotazioni per il pittore da parte del vasaio, per indirizzarlo sulla strada giusta nel completamento dell’opera. La cosa curiosa che le indicazioni, nella maggior parte dei casi analizzati, sono risultati essere dei veri e propri “fumetti”.

I fumetti nella storia, gli esempi

Le ceramiche greche ed etrusche, su tutte, rappresentano dei documenti storici di eccezionale importanza per ricostruire il vastissimo patrimonio culturale dell’antichità: anche all’epoca, come delle vere e proprie storie a fumetti ante litteram, le illustrazioni sui vasi e sui crateri servivano a narrare al popolo le storie in modo immediato, senza bisogno di lunghi testi o di spiegazioni ulteriori. Sono tantissimi gli esempi di questa particolare arte fumettistica antica: vasi con dialoghi, in cui i personaggi parlano ad altri, o scene di simposi in cui i protagonisti accennano i primi versi di una poesia o di canzoni: come la coppa di vino su cui un giovane invitato al banchetto intona un canto all’amore.

L’antenato più interessante dei contemporanei albi a fumetti è senz’altro il vaso François, un cratere del 570 a. C. rinvenuto a Chiusi nel 1845 e oggi conservato presso il Museo Archeologico di Firenze. Nonostante ad oggi risulti notevolmente danneggiato e usurato dal tempo, è ancora possibile vedere, sul collo, la pancia e sul piede, la celebre scena della caccia al cinghiale di Calidonio: accanto ai personaggi che popolano il racconto mitico di come Meleagro, Peleo e Atalanta sconfiggono il terribile cinghiale inviato dagli dei a distruggere il regno del sovrano, si leggono i nomi degli eroi e degli animali che li aiutano, come a voler spiegare all’osservatore le dinamiche dei fatti e i ruoli dei personaggi.

È di origine etrusca invece un altro vaso in cui l’artigiano oltre a fornirci un bellissimo esempio di storia in immagini inventa un curioso gioco di parole per divertire l’osservatore: lo stamnos di Epoiio, sempre conservato a Firenze, ci racconta la costruzione di una scultura molto simile al cavallo di Troia. Nella scena compare Epeo, e il suo nome è scritto in caratteri greci ma invertendo le lettere e creando un doppio senso curioso: il nome di Epeo si trasforma in “Epoio”, con riferimento alla radice del verbo greco “poieo”, che vuol dire “fare”.

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