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I medici staccano la spina al paziente sbagliato: “Avevano la stessa età e lo stesso nome”

A causa di un particolare caso di omonimia, Shirell Williams ha acconsentito a staccare la spina ad un uomo che aveva lo stesso nome e la stessa età di suo fratello. È successo in un ospedale di New York, contro cui la donna ha intentato una causa: “Ho acconsentito a far morire un uomo che neanche conoscevo. Ho un gran senso di colpa”.
A cura di I. A.
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Hanno staccato la spina al paziente sbagliato per un raro caso di omonimia ed ora un ospedale di New York dovrà difendersi dalle accuse lanciate da Shirell Williams, che ha dato il consenso alla morte di un uomo che si è rivelato non essere suo fratello. "Ho acconsentito a far morire una persona che neanche conoscevo", ha detto distrutta alla stampa locale. I fatti risalgono allo scorso luglio, quando Freddy Clarence Williams, 40 anni, è deceduto al St. Barnabas Hospital di Brooklyn dopo che i medici avevano chiesto alla sorella il consenso a staccare il supporto vitale che lo manteneva in vita, dato che era cerebralmente morto.

Shirell era stata avvertita dallo stesso nosocomio due settimane prima che suo fratello era stato ricoverato per overdose, con gravi danni al cervello, per cui quando ha ricevuto quella telefonata con la richiesta di staccare la spina lei ha acconsentito. Nella tasca dell'uomo avevano trovato un portafogli con il numero di previdenza sociale intestato a Frederick Williams. Dunque, nessuno avrebbe mai potuto dubitare che si trattasse di un familiare di Shirell, neppure lei, che il giorno dell'addio l'ha trovato quasi irriconoscibile, con il volto ricoperto da tubi e la faccia gonfia. Eppure, poche settimane dopo il decesso, l'autopsia ha rivelato la tragedia: l'uomo appena morto, e cioè Freddy Clarence Williams, a cui lei aveva acconsentito di staccare la spina, non era suo fratello, Frederick Williams. Un caso di omonimia che è costata cara al 40enne.

"Eravamo tutti convinti fosse lui – ha detto Shirell -. E invece abbiamo scoperto che mio fratello era vivo e vegeto, rinchiuso in una prigione sull'isola di Rikers. Ho praticamente acconsentito alla morte di una persona che neanche conoscevo". Shirell ha intentato una causa contro l'ospedale. "Per giorni – ha continuato – abbiamo pianto Frederik, anche se la gioia di saperlo vivo è immensa. Ma sono cose che non possono capitare. Ho un gran senso di colpa, ma avevano detto che era mio fratello e che non c'era più nulla da fare". Da parte sua il nosocomio ha avviato un'indagine interna anche se non ha ancora commentato la vicenda.

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