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I gemelli uccisi dalla madre poi suicidatasi. La sorella: “Non ho niente da perdonare a mamma”

Il dramma di Mandas, in provincia di Cagliari. Mamma Angela, dopo aver ucciso i figli handicappati, ha rivolto il fucile da caccia contro di sé. Domani pomeriggio i funerali. Ad organizzarli sarà Monica, 44enne, l’unica rimasta in vita della famiglia. Il loro papà era morto 10 anni fa per un tumore.
A cura di Biagio Chiariello
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Lutto cittadino, bandiere a mezz'asta e negozi chiusi per l’ultimo saluto – domani pomeriggio a Mandas, in provincia di Cagliari –  a Paolo e Claudio Calledda, i gemelli di 41 anni uccisi dalla mamma che poi si è tolta la vita. Della famiglia rimane solo Monica, l'altra figlia, medico: il papà era scomparso una decina di anni fa. "Li immagino in un prato colorato. Corrono felici in mezzo ai fiori. Finalmente spensierati, senza problemi, senza malattie. Sorridenti. E spero che mi aiutino: una vita senza Paolo e Claudio, i miei fratellini, i bambini, non l'avevo mai immaginata e non so proprio come affrontarla" dice Monica.

Medico di base, specialista in prestito alle guardie mediche dell'Oristanese nell'attesa di un ambulatorio tutto suo, a 44 anni si è trovata di fronte a questo dramma sconvolgente. Ed ora dovrà organizzare il funerale della madre e dei due gemelli. “Non ho niente da doverle perdonare” dice a proposito della madre, intervista da l’Unione Sarda “Soffriva di depressione da qualche anno – spiega – stavo molto attenta a quel che poteva succedere, chiamavo a casa a Mandas due-tre volte al giorno. L'avevo fatto anche giovedì scorso: non ero in vacanza, stavo lavorando. Non potevo immaginare, prevedere, sapere. Anche se in fondo al mio cuore non ero mai tranquilla".

Paolo e Claudio soffrivano di un lieve ritardo mentale. "Ai due bambini non è mai mancato niente – assicura la sorella – soprattutto affetto, amore. Claudio era più pacato, adorava i pupazzetti di Babbo Natale, quelli che si animano. Paolo era più vivace, gli piaceva molto guardare la televisione, aveva tanti dvd con i cartoni animati. Io ho avuto un legame forte con entrambi, ma soprattutto con Claudio, perché ha sofferto di più. Dall'età di quattro anni ha cominciato ad avere crisi epilettiche". La morte del padre è stata un duro colpo per i gemelli: “Babbo aveva 55 anni, dieci anni fa un tumore al cervello se l'è portato via in poco tempo. I bambini erano molto legati a lui, avevano bisogno di un rapporto con una persona forte, di una presenza maschile, così si sono affezionati molto a mio marito, il loro modo per superare un lutto così grave" ricorda Monica. La madre avrebbe lasciato una lettera d’addio: "L'abbiamo sentito dalla televisione. Nessuno mi ha detto niente, non me l'hanno fatta neppure vedere, ce l'ha il magistrato. Eppure se c'è una persona che ha diritto di sapere, quella sono io" dice la 44enne.

Io adesso non so come andare avanti. Ringrazio una collega: mi ha scritto in un messaggino: da ottimo medico adesso ti prenderai cura dei malati come se fossero i tuoi fratellini. Questo pensiero mi ha tirato un po' su. Mi aggrappo a questa idea perché non voglio una vita senza Paolo e Claudio, non ne immaginavo una diversa da quella che ho sempre amato, al loro fianco. Adesso voglio restare con loro sino all'ultimo, qui, nella camera mortuaria. So che sono li dentro, vicini uno all'altro, vestiti da mia madre con la loro magliettina rossoblù del Cagliari, la preferita. Con quella adesso finalmente potranno correre in un prato infinito. Mano nella mano".

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