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“Ho ucciso mia moglie per amore”, il giudice gli crede e gli riduce la pena

Il 53enne tedesco strangolò la moglie nel parco Capanne di Marcarolo, nell’Alessandrino. È stato condannato per “omicidio del consenziente” con sconto di pena e attenuante della parziale infermità.
A cura di Biagio Chiariello
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Era l’ottobre del 2016 quando in un bosco a Capanne di Marcarolo, frazione del comune di Bosio, in provincia di Alessandria, Albert Gunter Schleicher Lindmeier, 53enne tedesco, uccise la moglie, strangolandola con un cavo elettrico. In tribunale disse che lo fece per amore, perché fu la moglie a chiederglielo. L’accusa portava avanti l’ipotesi di omicidio volontario premeditato e aggravato dal vincolo coniugale. Ma l'avvocato difensore Maurizio Chiarito è riuscito a ottenere la riqualificazione del reato in "omicidio del consenziente", pur senza una prova determinate che solo la defunta coniuge Heidi Catarina Lindmeier, della stessa età del presunto omicidio, avrebbe potuto dare, ma portando una serie di indizi che alla fine hanno convinto il giudice Tiziana Belgrano a credere che davvero l'uomo abbia soffocato la moglie solo per amore. Lindmeier è stato condannato a quattro anni e sei mesi di carcere, più 5 di interdizione, con lo sconto di un terzo per via del rito abbreviato e con l’attenuante della parziale infermità mentale.

L'omicidio e l'assoluzione

Convinti di essere affetti da una malattia terminale (l'autopsia poi rivelò che la donna non aveva alcun tumore) marito e meglio decisero quel giorno di quasi due anni fa di togliersi la vita. Prima l’uomo uccise la moglie. Poi, legò lo stesso cavo elettrico con cui l’aveva strangolata a un albero, e s’impiccò. Il ramo però si spezzò e lui cadde a terra. Dolorante si incamminò sotto che nei boschi fin quando un cercatore di funghi lo vide e lo soccorse. Inizialmente la condanna per omicidio volontario pareva scontata: l’autopsia sulla donna, infatti, non aveva evidenziato nessuna presenza di malattia. Poi invece l’avvocato difensore trovò un testamento redatto “che doveva per forza essere stato redatto insieme per avere valore –  spiega l’avvocato Chiarito  – e che guarda caso era stato fatto proprio pochi giorni prima del viaggio”. Altra prova fondamentale è stato il fatto che la donna non avrebbe reagito quando l’uomo ha stretto il cavo. E così è arrivata l’assoluzione con una sentenza (dettata dall’”amore”) che è più unica che rara.

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