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Giustiziato Jack lo Squartatore cinese, stuprò, uccise e rimosse i genitali a una bimba di 8 anni

Gao Chengyong, soprannominato “Jack lo Squartatore cinese”, aveva ammesso di aver derubato, stuprato e ucciso undici donne e ragazze tra il 1988 e 2002. La sua vittima più giovane aveva appena otto anni. Il criminale, sposato e con figli, era stato arrestato praticamente per caso nel 2016 nel suo supermercato.
A cura di Susanna Picone
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Gao Chengyong, il noto serial killer ribattezzato dai media in Cina “Jack lo squartatore”, è stato giustiziato. Il criminale, che aveva ottenuto quel soprannome a causa delle mutilazioni inferte a diverse delle sue undici vittime, tutte donne, è stato ucciso trenta anni dopo il suo primo omicidio. L'esecuzione è stata annunciata dal Tribunale cinese che lo aveva condannato lo scorso marzo, sentenza poi confermata dalla Corte suprema. Gao Chengyong, di cinquantaquattro anni, aveva ammesso di aver derubato, stuprato e ucciso undici donne e ragazze nel periodo compreso tra il 1988 e il 2002. I delitti firmati da “Jack lo squartatore” sono stati compiuti nella provincia nord-occidentale di Gansu e nella vicina regione autonoma della Mongolia Interna. Il serial killer cinese prendeva sempre di mira giovani donne, spesso vestite di rosso, le seguiva fino alle loro abitazioni e spesso tagliava loro la gola e le mutilava. Stando a quanto riportato dai media cinesi, l’uomo avrebbe anche rimosso gli organi genitali di alcune delle sue vittime. La più giovane delle persone uccise da Gao Chengyong aveva solo otto anni.

Il serial killer arrestato per caso 28 anni dopo il primo omicidio – Nel 2004, quando la polizia cinese stabilì che i diversi omicidi erano collegati e offrì una ricompensa per qualsiasi informazione utile alla cattura del criminale, gli agenti parlarono del sospetto come di una persona con “una perversione sessuale” e che “odia le donne”. Ma solo nel 2016 “Jack lo squartatore cinese” fu arrestato e ciò avvenne praticamente per caso: Gao Chengyong, sposato e padre di due figli, fu infatti identificato a seguito di un test del Dna condotto a un membro della sua famiglia arrestato per un reato minore. La polizia lo rintracciò nel suo negozio di generi alimentari a Baiyin, nella provincia cinese nord-occidentale del Gansu.

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