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Grillo attacca: “Il PD è ormai un partito disciolto dai brogli”

Il fondatore del Movimento 5 Stelle torna sui casi Roma e Napoli e attacca il PD (e Orfini).
A cura di Redazione
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Mentre continuano le polemiche sollevate dal nostro video in relazione ai comportamenti poco chiari di alcuni esponenti del PD ai seggi delle primarie per la scelta del candidato Sindaco di Napoli (la notizia di oggi è relativa alla decisione di Antonio Bassolino di continuare la sua corsa a Palazzo San Giacomo), scende in campo anche Beppe Grillo. Con un breve post pubblicato sulle pagine del suo blog, il fondatore del Movimento 5 Stelle rilancia le accuse ai democratici e considera le primarie come “un regolamento di conti interno vinto a seconda dei casi grazie all'intervento dei cinesi (Milano), della compravendita di voti (Napoli), delle schede bianche false (Roma)”.

Nella sua lettura, i fatti testimoniano come le primarie siano in mano all’estabilishment renziano. E il giudizio è tranchant:

Le brogliarie di Napoli hanno decretato la dissoluzione del Pd. Gli evidenti brogli e la compravendita di voti documentata dall'inchiesta di Fanpage sono stati dichiarati regolari e il ricorso di Bassolino è stato respinto. Doveva vincere la candidata "fiorentina" Valente, nel cui staff lavora la compagna di Silvestri, il candidato sindaco piddino di Casavatore indagato dalla Dda di Napoli per voto di scambio. Un quadro desolante. Chi ha comprato questi voti lo sapremo forse tra qualche anno, come è successo a Roma dove il presidenteminkia Orfini ha ammesso ieri dopo tre anni che le primarie del 2013 sono state inquinate da capibastone e rom. Goodmorning Orfini! Il Pd che si candida a governare le città più importanti d'Italia è frammentato in correnti e rigagnoli, ognuna vuole la sua parte soprattutto quelle legate alla criminalità.

Le primarie piddine sono un regolamento di conti interno vinto a seconda dei casi grazie all'intervento dei cinesi (Milano), della compravendita di voti (Napoli), delle schede bianche false (Roma) e alla fine nessun candidato sindaco è supportato in pieno nemmeno dal suo stesso partito. Se qualche candidato piddino dovesse disgraziatamente diventare sindaco non avrebbe il sostegno neppure dei consiglieri eletti assieme a lui, qualcuno sarebbe della maggioranza, qualcuno della minoranza, qualcuno della camorra e qualcuno della ‘ndrangheta, ed entro poco sarebbe dimissionato dal Bomba come successo a Marino. PD: Partito Disciolto!

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