Grecia, a Kos in arrivo altre centinaia di migranti
E' ancora estremamente tesa la situazione a Kos, piccola isola greca che da giorni cerca di ospitare migliaia di migranti. Gli sbarchi sono continuati anche oggi in un'Isola dell'Egeo Orientale poco distante dalle coste turche, e dunque meta privilegiata da innumerevoli persone. Più di 200 immigrati – il larga parte curdi siriani provenienti dalla città di Kobane, negli ultimi mesi presa d'assedio dai miliziani dello Stato islamico – sono arrivati a bordo di sei piccole imbarcazioni, compresi gommoni. Un altro gruppo di rifugiati è stato soccorso in mare da una lancia della guardia costiera.
A Kos c'è inoltre attesa per una nave da crociera salpata dal Pireo in grado di trasportare più di 2 mila persone che dovrà evacuare i rifugiati ai quali sono stati forniti i permessi di viaggio temporanei. Almeno 260 agenti di polizia sono stati destinati sull'isola e in altre dell'Egeo orientale dove giungeranno nei prossimi giorni per fornire assistenza alle autorità locali. Nel frattempo c'è profonda indignazione nei confronti del governo greco guidato da Alexis Tsipras: nel mirino soprattutto le forze dell'ordine, del tutto impreparate a fronteggiare l'emergenza. Il sindaco di Kos ha lanciato un allarme sostenendo che si "rischia un bagno di sangue", mentre il capo della polizia ellenica Dimitris Tsaknakis ha disposto l’invio di due squadre dei reparti anti-sommossa (40 uomini) a bordo di un aereo da trasporto militare C-130, a cui si sono aggiunti 12 agenti dell’unità immigrazione e altre centinaia di poliziotti dalle isole vicine
Il governo Tsipras è finito anche sotto il tiro dell'Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), che commentando la situazione a Kos ha parlato esplicitamente di risposta "totalmente vergognosa" da parte di Atene, visto che gran parte di coloro che sono sbarcati sulle isole dell’Egeo orientale sono stati costretti a dormire all'addiaccio senza poter disporre nemmeno dei servizi igienici. Anche Alexis Tsipras aveva però chiesto il sostegno dell'Europa, prevedendo una situazione insostenibile: "Il governo è chiamato a gestire un flusso di migranti che va oltre le sue forze", aveva dichiarato il 31 luglio. "La questione dei migranti può essere gestita in modo efficace e con rispetto della dignità umana solo se c’è una politica globale dell’Unione europea".