322 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Grazie Italia per avermi formato ma ora volo in Svizzera”: la storia di Massimiliano

Laureato all’Università di Torino e precario da 11 anni, Massimiliano Probo ha finalmente ottenuto un contratto a tempo indeterminato e come coordinatore di un team di ricerca, ma in Svizzera: “Vado via, ma se sono quel che sono è grazie al mio Paese che mi ha formato e consentito di fare un percorso di livello”.
A cura di Ida Artiaco
322 CONDIVISIONI
Immagine

"Cara italia, ti lascio". Comincia queste parole il messaggio di addio alla sua terra, quella in cui ha vissuto 35 anni della sua vita e che gli ha regalato gioie e dolori. La storia di Massimiliano Probo, torinese doc, non è molto diversa da quella di altri migliaia di giovani italiani che, pluriqualificati, dopo anni di precariato, decidono di mollare tutto e partire. Ma, a differenza di molti suoi coetanei, alimentati da un forte sentimento di rancore nei confronti del Bel paese, lui ha una visione diversa.

"Li capisco, però secondo me occorre essere più obiettivi: se sei lì è anche grazie all'Italia, che ti ha formato e ti ha consentito di fare un percorso di un certo livello", afferma Massimiliano, come riporta La Repubblica, che, dopo 11 anni da ricercatore precario all'Università di Torino ha deciso di fare il salto di qualità e volare in Svizzera, dove dirigerà un team di ricerca a Nyon che si occupa di sistemi pastorali e dove firmerà un contratto a tempo indeterminato. "Più che per il mio destino individuale, che sono sicuro riserverà belle sorprese, sono triste per l'assenza di prospettive per un'intera generazione, che tra l'altro è la più giovane, la più formata e quella che dovrebbe rappresentare il futuro", continua.

Massimiliano, dopo essersi laureato in Scienze agrarie, forestali e alimentari nella città piemontese, ha conseguito un dottorato di ricerca e ha aspettato per anni che ci fosse un concorso. Nel frattempo, per far quadrare i conti, ha fatto anche il libero professionista come agronomo forestale, ma senza mai riuscire a raggiungere l'indipendenza economica. Poi, l'opportunità offerta dalla Svizzera, arrivata proprio grazie alle esperienze maturate in Italia. "I referenti di Agroscope, l'ente per il quale lavorerò, hanno apprezzato molto che in passato non mi sia dedicato soltanto alla ricerca ma che abbia anche collaborato con Comuni, parchi, aziende, associazioni di categoria. Ma sono rimasti colpiti anche dal fatto che abbia pubblicato 15 articoli scientifici su riviste internazionali negli ultimi cinque anni. Mi ha detto che lui non avrebbe potuto competere con me".

Insomma, via dall'Italia sì, ma solo grazie all'Italia. "E' bello che questo ambiente sia internazionale e che ci siano scambi continui. Il problema è che per il nostro Paese questo processo vale solo in uscita. Per dieci studiosi che vanno fuori, ne arriva uno solo in Italia. Ed è questo a indebolire il nostro sistema", conclude Massimiliano.

322 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views