73 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Grande progetto Capodimonte, il Museo e il parco cambieranno volto: ecco come

Da alcuni mesi si parla di un Grande progetto che dovrà coinvolgere Capodimonte: il Museo, il parco e tutti gli edifici ad esso connessi saranno parte di un rivoluzionario ripensamento del modo di valorizzare e conservare questo luogo storico. Sul modello di Pompei, anche Capodimonte cambierà il proprio volto.
A cura di Federica D'Alfonso
73 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo Pompei, è il momento di Capodimonte: dalla scorsa estate si parla di un Grande progetto che coinvolgerà lo storico Museo napoletano insieme al parco, rivoluzionando letteralmente il modo in cui questo importantissimo pezzo di storia e cultura italiane è stato organizzato e concepito fino ad ora. L’annuncio è giunto a luglio tramite il direttore, Sylvain Bellenger, che ha anticipato alcuni dettagli del “Grande progetto Capodimonte”, un intervento di nome e di fatto del tutto simile a quello che ha riguardato Pompei nel 2012: in cosa consisterà?

Una sfida per il 2019: cambiare la storia del luogo

Veduta dall'alto del Parco di Capodimonte e del Museo.
Veduta dall'alto del Parco di Capodimonte e del Museo.

17 edifici, 134 ettari di bosco e 400 specie vegetali per un totale di 100 milioni di euro: sono questi i numeri di un progetto che trasformerà il 2019 nell'anno di Capodimonte. Un grande piano strategico di valorizzazione dell’intera area del Museo e del Bosco, che coinvolgerà anche tutti gli edifici che sorgono nel perimetro del parco per dare ad ognuno una destinazione specifica. Non più aree separate e distinte dal Museo, bensì un unico grande “bosco della cultura” con un’identità e una funzione specifiche. Patrimonio culturale, ambiente e digitale: sono queste le parole d’ordine individuate per rendere Capodimonte un’esperienza unica nel suo genere.

L’idea è stata presentata da Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, lo scorso luglio, con l’intento di “cambiare la storia del luogo”: un progetto ambizioso, al quale sta lavorando anche l'Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. Il piano elaborato fino a questo momento ha ricevuto l’appoggio di numerosi esperti internazionali nell'ambito della promozione culturale, oltre che del famoso ateneo napoletano: l’Università degli Studi Federico II si è infatti detta disponibile a collaborare al Grande progetto coinvolgendo numerosi dipartimenti, da quello di Architettura a quello di Agraria.

Il Grande modello è Pompei

L’esperienza alla quale Bellenger e il suo team hanno scelto di ispirarsi è ovviamente quella di Pompei. Nel 2012 infatti il Governo italiano ha emanato una serie di decreti che hanno trasformato il già importante sito archeologico campano in una questione d’interesse nazionale ed europeo: con un finanziamento di 105 milioni di euro Pompei è letteralmente rinata, grazie all'intervento congiunto di esperti nei più svariati ambiti. L’obiettivo primario del “Grande progetto Pompei” è stato quello, da un lato, di intervenire sulle zone a rischio rafforzando i controlli e l’azione di messa in sicurezza della aree a rischio, e dall'altro di intensificare il lavoro degli archeologi per ampliare le zone di scavo.

Ad oggi, dopo sei anni, a Pompei si iniziano a raccogliere i frutti di questo enorme lavoro: circa un milione di visitatori in più all'anno rispetto all'era precedente, con 3 milioni e mezzo solo nel 2017, e ben 37 domus riaperte al pubblico dopo anni di incuria e abbandono, senza contare i numerosissimi ritrovamenti che ancora oggi stupiscono e rendono il sito uno dei più ricchi e affascinanti del mondo.

73 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views