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Governo M5s – PD, il nome giusto è quello di Raffaele Cantone

Fonti autorevoli confidano a Fanpage.it una clamorosa indiscrezione: in casa M5s e PD si lavora a un esecutivo “di alto profilo”, guidato dal Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
A cura di Redazione
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L’apertura “condizionata” del segretario reggente Maurizio Martina al dialogo con il Movimento 5 Stelle, che segue la fine delle trattative tra Di Maio e Salvini (almeno ufficialmente), cambia lo scenario politico e porta con se ragionamenti e discussioni sulla composizione di un eventuale governo tra PD e M5s. Non è un mistero che i pontieri di un accordo di questo tipo, sia grillini che democratici, stiano lavorando praticamente dal giorno dopo le elezioni a una formula di compromesso che porti a un governo fra Movimento e PD. Così come non è un mistero che nei due partiti siano maggioritarie componenti che osteggiano apertamente una soluzione di questo tipo alla crisi di governo apertasi dopo il risultato delle elezioni politiche.

Il fallimento (ampiamente preannunciato) delle trattative fra M5s e centrodestra, la discutibile gestione del mandato esplorativo a Casellati (con il veto esplicito anche su Meloni e la reazione scomposta di Berlusconi all’ennesima porta sbattuta in faccia), hanno determinato la possibilità di bypassare gli equilibri interni e di cominciare a mettere qualche tassello utile a costruire un vero dialogo fra Pd e M5s. In poche parole, quella che era poco più di una suggestione, sta diventando una “opportunità” e infine una “possibilità concreta”, proporzionalmente con il crescere delle polemiche interne ai due gruppi.

La Direzione del PD dirà molto sul risultato di questo lento lavoro alle corde, mentre Fico capirà fino a che punto il M5s è disposto ad andare per considerare accettabile un governo di compromesso con i democratici. I prossimi giorni saranno decisivi, insomma.

Però i pontieri vogliono arrivare preparati al momento cruciale, quello in cui toccherà scoprire le carte e capire come declinare concretamente chiacchiere, mezzi abboccamenti, buoni propositi e nobili intenzioni. Tutto ruota intorno al passo indietro di Luigi Di Maio e al “nome di garanzia” su cui costruire l’esecutivo del cambiamento. Una fonte, molto vicina al PD, spiega a Fanpage.it: “Non ci sono possibilità che il PD voti un governo Di Maio, perché allora né Martina, né Franceschini potrebbero garantire la lealtà dei parlamentari. Ai 5 Stelle si chiederà un passo indietro, la rinuncia all’enunciazione di principio del ‘premier scelto dagli italiani’, in nome del via libera alla nascita di un governo con personalità in larga parte indicate da loro. Il PD non rivendicherebbe ministeri importanti né poltrone di alcun tipo, si limiterebbe a far nascere un governo per responsabilità verso il Paese e per impedire che la destra torni al potere”. I democratici avrebbero modo di “incidere nei processi decisionali” sfruttando anche la volontà dei 5 stelle di “ridare centralità al Parlamento”, uno dei cavalli di battaglia della loro propaganda in questi anni.

Serve un nome di garanzia, però. E la proposta cui si sta lavorando sottotraccia ruota intorno al nome di Raffaele Cantone, capo dell’ANAC e figura rispettata dai grillini e dal loro elettorato. Cantone non dovrebbe aver problemi a lavorare con i nomi già indicati in campagna elettorale dai 5 Stelle (alcuni dei quali graditi anche al PD) e si caricherebbe l’onere di rassicurare anche la componente renziana, con cui ha da sempre un ottimo rapporto. Lui, per ora, non sembra interessato. Ma le cose potrebbero cambiare se a chiederglielo fosse proprio il Presidente della Camera Roberto Fico, che potrebbe così diventare il garante dell'intera operazione. "È l'unico che può mettere allo stesso tavolo minoranze e maggioranza renziana del PD, ma anche gli ortodossi del M5s", chiosa il nostro contatto, che chiude serafico: "Restano solo da convincere Di Maio e Casaleggio". Hai detto niente…

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