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Glifosato, dietrofront dell’Oms: “Improbabile che il pesticida sia cancerogeno”

Dopo l’allarme lanciato l’anno scorso in uno studio dell’Agenzia sul cancro della stessa Oms, ora gli esperti dell’Oms insieme a quelli della Fao fanno marcia indietro sul glifosato, uno dei pesticidi più utilizzati al mondo.
A cura di Antonio Palma
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Dopo averlo classificato l'anno scorso come "probabile cancerogeno per l’uomo" innescando anche un acceso scontro tra agenzie internazionali, l'Oms fa dietrofront sul glifosato, uno dei pesticidi più utilizzati al mondo. Al termine di un meeting di un gruppo di esperti di Fao e Oms sui residui di pesticidi su cibo e ambiente, infatti, si è arrivati alla conclusione che  "è improbabile che l'assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l'uomo". Dopo aver analizzato materiale e ricerche in merito all'erbicida nel Panel of Experts on Pesticide Residues in Food and the Environment,  gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità e dell'Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione hanno stabilito che al momento la grande maggioranza delle prove scientifiche indica che la somministrazione di glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 milligrammi per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l'esposizione con la dieta, non è associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi".

Una presa di posizione esattamente opposta a quella del marzo del 2015 quando proprio l'Oms per bocca degli esperti dell'Iarc, la International Agency for Research on Cancer, ramo della stessa organizzazione, lo aveva classificato come cancerogeno per gli esseri umani. Lo stesso giudizio dato anche da molte associazioni ambientaliste secondo le quali il prodotto usato in agricoltura è associato a un aumento di tumori e di malformazioni nei neonati. Nel nuovo documento l'Oms invece, pur ammettendo che "qualche studio ha evidenziato un'associazione positiva tra l'esposizione al glifosato e il rischio di linfoma non Hodgkin", assicura che "tuttavia l'unico studio, condotto con una grande coorte e di grande qualità, non ha trovato evidenza di una associazione per nessun livello di esposizione".

Una doppia presa di posizione che secondo la stessa Organizzazione mondiale della sanità si giustifica col fatto che il parere dell'agenzia sul cancro è diverso da quello espresso oggi. "L'identificazione del pericolo, in particolare la classificazione da parte dell'Iarc delle sostanze in base alla loro cancerogenicità, è solo il primo passo del ‘risk assessment'" sottolineano dall'Oms. La decisione dell'Iarc era stata criticata anche dall'Efsa, l'autorità europea sugli alimenti, le cui analisi sono alla base della decisione della Commissione Ue che proprio questa settimana dovrà decidere se rinnovare l'autorizzazione all'uso del pesticida nell'Unione Europea. Nel dibattito politico l'Italia si è schierata apertamente contro il glifosato ma la Commissione sembra orientata ad un rinnovo, anche se temporaneo.

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