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Chi è Glauco Mauri, l’attore che ha interrotto per malore “I fratelli Karamazov” di Dostoevskji

Dai grandi testi russi a teatro a “Profondo rosso” di Dario Argento: chi è Glauco Mauri, il grande attore che ieri al Teatro Eliseo di Roma ha interrotto dopo pochi minuti il debutto de “I fratelli Karamazov” per un malessere. Tornato in scena dopo pochi minuti, ha chiesto di nuovo la chiusura del sipario ed è stato ricoverato in ospedale accompagnato da un’ambulanza.
A cura di Redazione Cultura
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Un pilastro del teatro italiano. Glauco Mauri, 89 anni, che ieri sera durante il debutto capitolino de "I fratelli Karamazov" di Fedor Dostoevskj ha avvertito un malore chiedendo per ben due volte la sospensione dello spettacolo, è questo. Ha studiato, nel dopoguerra, all’Accademia di Arte Drammatica di Roma diretta da Silvio D’Amico, avendo tra i suoi insegnanti Orazio Costa, Wanda Capodaglio, Sergio Tofano e Mario Pelosini.

Ha debuttato da professionista nel 1953 nel "Macbeth" di Shakespeare diretto da Orazio Costa, ma il grande successo personale arriva nel ruolo di Smerdjakov ne "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij, la stessa opera che stava interpretando ieri, anche se nel ruolo del padre, Fedor, nell'adattamento della compagnia Mauri-Sturno di cui è fondatore nel 1981. Lo spettacolo, come sappiamo, è stato interrotto a causa di un malessere avvertito nella seconda scena dal noto attore, nato a Pesaro il 1 ottobre 1930.

Dal 1965, dopo lo scioglimento della Compagnia dei Quattro, lavora soprattutto per gli Stabili di Torino, Genova, Bologna, e collabora con i maggiori registi italiani: Luigi Squarzina, Giorgio Strehler, Mario Missiroli, Aldo Trionfo per citarne solo alcuni. Diretto da Luca Ronconi (1972) è protagonista nell’Orestea di Eschilo al Bitef di Belgrado, alla Sorbona di Parigi e alla Biennale di Venezia.

Nel 1962 è il primo, nel nostro Paese, a portare in Italia Atto senza parole di Samuel Beckett.  Al cinema è stato il principale interprete ne "La Cina è vicina", capolavoro di Marco Bellocchio (1967), e ha preso parte ai film: "La costanza della ragione" di Pasquale Festa Campanile (1964), "L'ospite" di Liliana Cavani (1971), "Profondo rosso" di Dario Argento (1975), "Ecce Bombo" di Nanni Moretti (1978). In televisione è fra i protagonisti della stagione d’oro dei grandi “sceneggiati” trasmessi dalla RAI, fra le molte partecipazioni da ricordare il grande successo personale con I demoni di Dostoevskij, I Buddenbrook  di Thomas Mann e con Coralba; numerose anche le sue partecipazioni a produzioni radiofoniche.

Glauco Mauri, oltre ai numerosi premi per la sua attività artistica, è "Grande Ufficiale", Ordine al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza conferitagli dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro, e Cittadino onorario della  sua città natale Pesaro.

Attualmente, il quasi novantenne attore marchigiano, è ricoverato all'Ospedale Umberto I di Roma. La speranza di tutti i suoi ammiratori, e non solo, che possa riprendersi presto e tornare sulle tavole del palcoscenico così amate.

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