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Giuseppe Paschetto, un italiano tra i 50 migliori docenti del mondo: “Così insegno a essere felici”

Giuseppe Paschetto, 63 anni e docente di matematica e scienze alla scuola media di Mosso, in provincia di Biella, è l’unico italiano tra i 50 migliori insegnanti del mondo, scelto tra oltre 10mila candidati per il Global Teacher Prize 2019: “Bisogna innovare. Noi abbiamo eliminato i libri di testo e i voti insufficienti e abbiamo inventato il feliciometro perché l’obiettivo è che i ragazzi vengano a scuola contenti”.
A cura di Ida Artiaco
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Giuseppe Paschetto, 63 anni (Facebook).
Giuseppe Paschetto, 63 anni (Facebook).

Giuseppe Paschetto è l'unico italiano a essere stato annoverato tra i 50 migliori insegnanti del mondo. 63 anni, docente di matematica e e scienze nella scuola media Garbaccio di Mosso, piccolo comune della provincia di Biella, in Piemonte, si è inventato un modo tutto innovativo di fare lezione, mettendo al centro non solo la conoscenza ma anche la felicità dei suoi alunni. È stato proprio per questo che il suo nome compare nella top 50 del Global Teacher Prize 2019, una sorta di Nobel dei docenti da un milione di dollari, istituito dalla Varkey Foundation, la cui cerimonia di premiazione si è svolta domenica scorsa, 24 marzo, a Dubai. Anche se non è riuscito a raggiungere il primo posto, assegnato al prof Peter Tabichi, un frate francescano della Nigeria, Paschetto è molto soddisfatto del risultato raggiunto, unico italiano finalista tra più di 10mila candidati in arrivo da 170 Paesi.

No ai libri di testo e ai voti

"Mi ha fatto molto piacere essere stato nominato per il premio, soprattutto perché è stata riconosciuta l'esperienza innovativa dell'istituto nel quale insegno", ha detto il docente a Fanpage.it. Ma quali sono le novità che tanto hanno colpito la giuria internazionale che ha conferito il riconoscimento? "Abbiamo ideato una diversa disposizione dei banchi, che non sono messi in fila uno dietro l'altro, abbiamo eliminato i libri di testo, i compiti a casa e tutti i voti insufficienti. A fine anno si esprime quella che abbiamo definito una valutazione condivisa", spiega Paschetto, per il quale sono le esperienze che si fanno a contare in ogni processo conoscitivo. Non solo. Ciò che più colpisce dell'esperienza di Paschetto e della scuola media in cui insegna ormai da 35 anni è il cosiddetto "feliciometro", un vero e proprio misuratore della felicità degli studenti. "Io parto dagli stimoli, non dalle regole. L'obiettivo – ha continuato – è che i ragazzi vengano a scuola contenti e che escano come persone migliori".

Cos'è e come funziona il feliciometro

Grazie al "feliciometro" è possibile misurare il grado di felicità dei ragazzi. Come? "Attraverso l’utilizzo di un questionario, con il quale ai nostri allievi diamo la possibilità di attribuire un voto alle lezioni, a partire appunto dal livello di felicità raggiunto durante il lavoro in classe. A ciascuno consegnamo anche delle provette che funzionano grazie a liquidi di diversa densità: si va dal denso fluido della noia al giallo che indica la scuola utile ma non interessante, fino all'azzurro della felicità. Il test viene proposto alla fine di ogni giornata, ed è un modo utile anche agli insegnanti per capire dove migliorare e mettersi in gioco proponendo la volta dopo una lezione che sia più coinvolgente e susciti la partecipazione degli alunni". In questo processo un ruolo centrale è svolto anche dai genitori: "In tutte le nostre attività coinvolgiamo le mamme e i papà – ha continuato Paschetto -, che possono anche assistere alle nostre lezioni liberamente, anche a sorpresa. Con loro c'è un rapporto di fiducia e di stima. Con loro organizziamo gite la domenica e d'estate. Di certo, la perfezione è un cammino e noi non ci siamo ancora, ma i risultati sono incoraggianti".

"Recuperare il rispetto per il lavoro degli insegnanti"

Alla domanda se questo modello sia replicabile anche altrove nella scuola italiana il miglior prof d'Italia non ha dubbi: "Gli insegnanti devono avere il coraggio di innovare e di trasmettere passione ai propri ragazzi. Ma ciò che è fondamentale è anche che si recuperi il rispetto per il lavoro dei docenti, che proprio a Dubai in occasione del  Global Teacher Prize 2019 è stato definito come il più importante in assoluto perché costruisce il futuro. E in questo deve intervenire anche il sistema politico".

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