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Deficit / PIL al 2,4%

Giuseppe Conte e Giovanni Tria contro l’Ue: “Commissione sbaglia, analisi parziale e non attenta”

Le previsioni d’autunno della Commissione europea non piacciono al governo italiano. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, definisce quella della Commissione una “défaillance tecnica” e una “analisi non attenta e parziale”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parla di scenario “inverosimile” e mette in dubbio tutti i dati forniti dall’Ue.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le previsioni d’autunno della Commissione europea bocciano l’economia italiana e smentiscono il governo sulle stime di Pil e deficit, decisamente ottimistiche per l’esecutivo di Bruxelles. L’Ue ha spiegato che il deficit italiano è destinato a salire al 2,9% nel 2019 e il Pil rimarrà al di sotto delle previsioni italiane. Ma né il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, né il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, accettano il giudizio espresso dalla Commissione. Tria parla di una “défaillance tecnica” e di “una analisi non attenta e parziale” da parte di Bruxelles.

Il ministro dell’Economia commenta  attraverso una nota: “Le previsioni della Commissione europea relative al deficit italiano sono in netto contrasto con quelle del governo italiano e derivano da un'analisi non attenta e parziale del Documento Programmatico di Bilancio (DPB), della legge di bilancio e dell'andamento dei conti pubblici italiani, nonostante le informazioni e i chiarimenti forniti dall'Italia. Ci dispiace constatare questa défaillance tecnica della Commissione, che non influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il governo italiano. Rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il governo, quindi, è impegnato a rispettare”.

Anche il presidente del Consiglio critica le previsioni di crescita della Commissione Ue per il prossimo anno: “Sottovalutano l’impatto positivo della nostra manovra economica e delle nostre riforme strutturali. Andiamo avanti con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà e sul debito e il deficit che diminuiranno. Non ci sono i presupposti per mettere in discussione la fondatezza e la sostenibilità delle nostre previsioni”.

Conte rifiuta qualsiasi altro dato al di fuori di quelli forniti dal governo e già criticati in passato dall’Ue. Secondo il presidente del Consiglio è “inverosimile qualsiasi altro tipo di scenario sui conti pubblici italiani. Il deficit diminuirà con la crescita e questo ci permetterà di far diminuire il rapporto debito/PIL al 130% nel prossimo anno e fino al 126,7% nel 2021”. Inoltre, per il presidente del Consiglio “l’Italia non è affatto un problema per i Paesi dell’Eurozona e dell’Unione europea, ma anzi contribuirà alla crescita di tutto il continente. Le riforme strutturali che mettiamo in campo, dalla riforma dei centri per l’impiego alla semplificazione del codice degli appalti, alla riforma del codice e del processo civile insieme al piano investimenti, daranno maggiore impulso alla crescita rispetto a quanto previsto dalla Commissione Ue. Sulla base di queste valutazioni, guardiamo positivamente agli sviluppi del dialogo intrapreso con le istituzioni europee”.

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