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Giuliano Stroe è il bambino più forte del mondo (nonostante tutto)

Ha 9 anni ed è un ginnasta rumeno. Dalla sua, numerosi record battuti e senza dubbio il titolo di “bambino più forte del mondo”. A sfavore uno stile di vita incline all’allenamento duro, che ha allarmato i servizi sociali e spinto il padre in tribunale a combattere per tenere i suoi figli con sé.
A cura di Eleonora D'Amore
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Foto da Facebook
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Giuliano Stroe ha 9 anni, è nato il 18 giugno del 2004 e attualmente detiene il titolo di "bambino più forte del mondo". È un ginnasta da quando aveva solo due anni e con la sua famiglia ora vive in Romania. Nel 2009 è stato registrato nel libro dei Guinness World Record per aver battuto i suoi avversari nella dieci metri sulle mani tenendo un peso tra le gambe. Il 24 febbraio 2010 ha registrato il record mondiale per il maggior numero di flessioni fatte senza mai far toccare i piedi al suolo. Tutto questo esercizio lo hanno reso fisicamente possente ed esteso la sua fama nel mondo, ma a quanto pare ha sollevato anche molte polemiche.

È giusto sottrarre i figli al padre? – Ad essere additato, in primis, è suo padre Iulian di 33 anni, ritenuto responsabile di uno stile di vita poco adatto ad un bambino della sua età. Sebbene lui stesso si sia spesso difeso dicendo: "Non gli consento mai di allenarsi da solo, è solo un bambino e quando è stanco andiamo a giocare", l'opinione pubblica ha sollevato il problema e i servizi sociali sono intervenuti.  Questi ultimi hanno chiesto al giudice di mettere i bambini sotto custodia (sia Giuliano che il suo fratellino Claudiu) e ha presentato denuncia contro il padre, che da quel momento in poi ha usato la rete, e soprattutto la pagina Facebook di suo figlio, come mezzo di diffusione delle sue repliche, attaccando di frequente le istituzioni rumene, i medici e i giornalisti contrari a questo tipo di educazione.

Il parere della neurologa – Nel mese di giugno, Iulian ha riottenuto la custodia dei ragazzi. A sostenerlo anche la deposizione della neurologa Naie Niculina, incaricata del caso, che non avrebbe riscontrato alcun tipo di deficit mentale o psicomotorio nei bambini, a tal punto da ritenere superflua la separazione dal loro genitore. Radita Pirosca, responsabile di Child Service Olt, ha tenuto a precisare che il governo non vuole allontanare i ragazzi dalla famiglia, bensì solo tutelare la loro salute: “Abbiamo costretto i genitori a cooperare. In caso di vittoria nel ricorso, il nostro scopo sarà accertare il normale sviluppo psicofisico dei bambini senza che i genitori ostacolino la procedura”.

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