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Giudice toglie la bimba adottata ad una coppia di donne lesbiche

Doccia gelata per Beckie Peirce e April Hoagland, due donne sposate dall’ottobre del 2014 nello stato americano dello Utah. La piccola verrà affidata a una famiglia etero: “E’ nel suo interesse” dice il giudice di un tribunale minorile.
A cura di Biagio Chiariello
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Un giudice dello Utah, negli Stati Uniti, ha deciso l'allontanamento di una bimba dalla coppia omosessuale che l'aveva adottata tre mesi fa. Quello di Beckie Peirce e April Hoagland è un caso che ha visto l’intervento anche della prossima candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton. Loro sono due ragazze lesbiche, tra le prime a convolare a nozze dopo l’approvazione della legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso nello Utah. La scorsa estate avevano anche ricevuto l’autorizzazione a diventare genitori adottivi. Secondo quanto scrivono i giornali statunitensi Beckie e April avevano avuto l’okay per tutti quanti gli esami e i test sostenuti per la loro richiesta da parte dell’ufficio che si occupa delle adozioni, incluso il benestare da parte della madre biologica della piccola.

La vicenda però era finita nelle aula di un tribunale dello Stato, a seguito della denuncia di un giudice locale, Scott Johansen, che sostiene che “i bambini devono crescere solo con genitori eterosessuali”. E così le due ‘mamme’ si sono viste revocare la loro possibilità di adozione. "Il suo credo religioso si è imposto: da qui deriva la sentenza", dicono le due donne, che già stanno crescendo altri due ragazzini, i figli di Beckie di 12 e 14 anni. Peraltro la portavoce dei servizi sociali ha dichiarato che in questi mesi in cui la bambina è stata affidata alle due donne non ci sono stati problemi. Il giudice Johansen comunque non è nuovo a decisioni e sentenze discutibili. Emblematica è quella risalente ad un anno fa, quando ordinò ad una mamma di tagliare la coda di cavallo ad una ragazzina di 13 anni per "punirla" per aver tagliato i capelli ad una bambina di 3 anni in un ristorante.

Come detto anche la candidata alle Primarie dei Democratici, la ex first lady Clinton, è intervenuta sulla vicenda: "Essere buoni genitori non ha nulla a che vedere con l'orientamento sessuale – scrive su Twitter l'ex first lady ora in corsa per la Casa Bianca -. Lo dimostrano migliaia di famiglie".

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