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Giovane agricoltore sommerso dai debiti si toglie la vita, addio a Giovanni Viola

Rischiava di dover vendere l’azienda di famiglia per ripianare i debiti e lavorare a giornata. L’uomo si è impiccato, lascia un bimbo di due anni.
A cura di Giorgio Scura
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VITTORIA (RAGUSA) – Non sopportava l'idea di dover vendere la ditta di famiglia e andare a lavorare a giornata, così si è tolto la vita l'ennesimo imprenditore. Si è impiccato all'interno del deposito degli attrezzi agricoli della sua azienda in contrada Anguilla, nelle campagne del Vittoriese. Si chiamava Giovanni Viola, 31 anni, padre di un bambino di 2 anni, e conduceva l'azienda agricola familiare insieme al padre Giuseppe di 60 anni. La fallimentare stagione agraria non lo lasciava tranquillo perché difficilmente avrebbe potuto ripianare i debiti. Il padre gli avrebbe prospettato di vendere l'azienda e di andare a lavorare come bracciante giornaliero presso altre aziende per saldare le esposizioni. Una prospettiva che all'imprenditore non piaceva e che lo avrebbe reso molto vulnerabile sul piano psicologico.

Negli ultimi giorni il giovane agricoltore, che era molto depresso, era in cura presso il locale Dipartimento di Salute Mentale. Ieri pomeriggio si è allontanato da casa dicendo al padre che andava a lavare la sua auto, si è recato invece in campagna dove ha messo in atto il suo proposito di togliersi la vita. Angelo Giacchi, portavoce del Comitato Anticrisi Agricoltura, ha parlato col padre di Giovanni Viola: "Mi ha detto che suo figlio non accettava l'idea di andare a lavorare come giornaliero presso altre aziende. Il fatto di vendere la terra era diventato un suo chiodo fisso. Non era riuscito a farsene una ragione, il fatto che non stava molto bene ha complicato il quadro".

Il sindaco di Vittoria Giovanni Moscato ha proclamato il lutto cittadino per domani. "In accordo con la famiglia Viola e nel pieno rispetto delle loro volontà – spiega il sindaco – abbiamo deciso insieme di proclamare per la giornata di domani il lutto cittadino. La comunità vittoriese non può che stringersi attorno alla famiglia di questo giovane dinanzi ad una tragedia del lavoro così grande e drammatica".

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