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Giorno della memoria: “Aprile” di Anne Frank è la poesia da rileggere per capire la Shoah

Tra i tanti versi che poeti e scrittori hanno dedicato all’esperienza dell’Olocausto e che possiamo rileggere in occasione del Giorno della Memoria, spiccano quelli di “Aprile” di Anne Frank, l’autrice del famoso Diario: da cui emerge il ritratto di una ragazzina piena di speranze e amore per la vita.
A cura di Redazione Cultura
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Sono tanti, tantissimi i versi scritti in memoria della Shoah che ogni anno, in occasione del Giorno della Memoria che cade ogni 27 gennaio, si è soliti ricordare. In alcuni casi si tratta di vere e proprie poesie, altre di prose così efficaci da risultare "liriche" loro malgrado. Dall'epigrafe che Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura, scrisse per la Strage di Marzabotto, fino ai notissimi versi di Primo Levi in "Se questo è un uomo". Tra le tante, di autori italiani, stranieri, di origine ebraica o meno, abbiamo voluto scegliere i versi attribuiti ad Anne Frank, l'autrice di quel "Diario" su cui tante generazioni di lettori si sono formati, apprendendo la tragedia delle deportazioni nei campi di concentramento e stermino nazisti e del conseguente Olocausto.

Aprile, la poesia nel Diario di Anne Frank

Quando Anne comincia il suo diario, nel 1942, aveva appena compiuto tredici anni. Il piccolo quaderno le viene regalato il giorno del suo compleanno, il 12 giugno: fuori c’è la guerra e l’Olanda già da due anni è in mano ai tedeschi, ma Anna ha solo tredici anni, e inizia la sua corrispondenza immaginaria con Kitty piena di entusiasmo e speranze per il futuro. Parla della scuola, delle sue sorelle e della vita clandestina a cui lei e la sua famiglia sono costretti. Pensieri, timori e speranze che la piccola sceglie di non tenere per sé, immaginando il foglio bianco come una cara amica a cui raccontare la propria vita, inconsapevole che un giorno quel Diario sarebbe divenuto un documento fondamentale per ricostruire milioni di altre storie tragicamente simili alla sua. Poche pagine, e all'immagine della scuola, dei compagni e di amori più o meno ideali, si sostituisce la storia della lunga clandestinità.

Durante la quale, giunto il mese di aprile, con l'arrivo della primavera solo immaginata dal suo nascondiglio, Anne annota alcuni versi che oggi sono considerati tra i migliori per ricordare la terribile sciagura della "soluzione finale" applicata dai nazisti verso le minoranze ebraiche e non solo, dai rom ai dissidenti politici, fino ai gay e ai disabili. Ecco i versi scritti da Anne Frank in "Aprile":

Prova anche tu,

una volta che ti senti solo

o infelice o triste,

a guardare fuori dalla soffitta

quando il tempo è così bello.

Non le case o i tetti, ma il cielo.

Finché potrai guardare

il cielo senza timori,

sarai sicuro

di essere puro dentro

e tornerai

ad essere Felice.

Agosto 1944: la fine del Diario e la deportazione

Dall'inizio del "Diario" passano due anni, e la piccola Anne rimane nascosta insieme ai suoi cari al numero 263 della Prinsengracht: la quotidianità è scandita dalla paura, dalle notizie di morte che arrivano dall'esterno, ma la giovane riempie di parole la sua solitudine e legge, legge moltissimo, crescendo insieme a quelle pagine che tanto meticolosamente continua a riempire di sé. Poi la mattina del 4 agosto del 1944 i tedeschi fanno irruzione nell'alloggio segreto dei Frank, che fino ad allora era rimasto nascosto da uno scaffale girevole e da una porta segreta. La famiglia viene arrestata e, dopo una notte di prigione a Weteringschans, viene tradotta nel campo di concentramento di Westerbork: morirà a Bergen-Belsen qualche mese dopo. Degli ultimi mesi di vita di Anna sappiamo poco, tramite le sporadiche testimonianze di alcuni compagni di prigionia sopravvissuti all'orrore nazista.

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