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Giallo di Fiumicino, Ale come Ciccio e Tore: annegato per un gioco tra bambini?

Alessandro Elisei, 11 anni, scompare dal cortile di casa dei nonni a Fiumicino, il 3 ottobre 2016. Viene trovato cadavere un’ora dopo nel vicino canale di Campo Salino. Gli inquirenti indagano sulla possibilità che il piccolo si trovasse con gruppo di coetanei e che possa essere caduto per una sorta di ‘sfida’ tra bambini, come avvenne per Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina di Puglia trovati mummificati in un casolare. Se così fosse, il piccolo Ale avrebbe potuto essere salvato.
A cura di Angela Marino
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A sinistra Alessandro Elisei, a destra i fratellini Pappalardo
A sinistra Alessandro Elisei, a destra i fratellini Pappalardo

Il pomeriggio del 3 ottobre 2016, Alessandro, 11 anni, è nel cortile a giocare. Sono da poco passate le 14. È uscito fuori ad ammazzare la noia prima di fare i compiti come fanno in genere i bambini della sua età. Una scena uguale a tante altre nella routine di una famiglia della provincia romana, che poco più di un'ora dopo si trasforma in uno degli incubi peggiori che un genitore possa immaginare: Alessandro è sparito dal cortile e non si sa dove sia.

Scomparso dal cortile di casa

Alle 15 e 10 nonna Maria chiama Leandro, il papà di Ale, per allertarlo che il piccolo è introvabile. Lui chiama il figlio al cellulare senza riuscire a raggiungerlo. L'angoscia dell'ignoto finisce alle 15 e 30, quando, richiamato dalle grida di una donna, Christian Piccinini, un poliziotto di Ostia fuori servizio che stava parcheggiando la moto, nota qualcosa di strano: dalle acque del canale spunta un giubbottino arancione. Si tuffa in acqua e, a fatica, porta il piccolo a riva ma è troppo tardi. Alessandro è morto annegato, come accertano i medici del 118. Spiegarlo ai genitori che lo sapevano a casa della nonna a giocare, è un compito durissimo.

Il tragico ritrovamento

I giornali danno la notizia della disgrazia senza specificare le cause, ma poche ore dopo, all'orrore della tragedia quale è sempre la morte di un bambino, si aggiunge quello di un'ipotesi terribile: Alessandro si sarebbe gettato di proposito nel canale per togliersi la vita. A supportare questa ipotesi sono i quaderni che la Cooperativa sociale Octopus di Fiumicino, che aveva seguito il percorso scolastico di Alessandro, fornisce alla Procura di Civitavecchia. Le parole del bambino evidenzierebbero una situazione di "disagio familiare e maltrattamenti", all'intero della quale maturavano stati di" ira" e "autolesionismo". Sebbene raro il suicidio infantile non è impossibile, ma è davvero questo il caso?

L'ombra del suicidio

Simona e Leandro, i genitori di Ale, respingono fermamente questa ipotesi: Alessandro era sereno, non aveva problemi a scuola, era benvoluto dai suoi coetanei e non si sarebbe mai tolto la vita. Anzi, a dirla tutta Alessandro non si sarebbe neanche avvicinato al canale di Campo Salino, da solo. Aveva paura dell'acqua e non sapeva nuotare, come confermano anche i nonni materni, secondo i quali: "Qualcuno lo ha portato verso il canale". Anche l'ipotesi di un incidente occorso al bambino quando era solo risulta – secondo i genitori – improbabile.

L'ipotesi della fuga da un aggressore

Alessandro, forse, non era solo. Una prima testimonianza indica il bambino nella zona in compagnia di un uomo. Rassicurato dalla presenza da una persona adulta Alessandro potrebbe essere arrivato fino al canale per poi cadere accidentalmente nell'acqua. Un'altra, spaventosa ipotesi, è quella che il piccolo possa essere caduto nell'acqua nel tentativo di allontanarsi da qualcuno.

L'ipotesi dell'incidente

A orientare almeno in parte le indagini è la testimonianza dei bambini di via Campo Salino. Le versioni fornite dai piccoli presentano profonde incongruenze, tanto da suggerire l'idea che Alessandro possa essere arrivato  al canale insieme ad alcuni coetanei. Se fosse questa la spiegazione? Se Alessandro fosse andato insieme a un gruppo di amichetti a giocare vicino al ponte e fosse morto a causa di uno sfortunato incidente, per una spinta troppo forte, o una sfida tra bambini?

Come Ciccio e Tore

La convinzione dei genitori di Alessandro, è proprio questa. A questo scopo hanno rivolto più volte appelli pubblici, anche attraverso la trasmissione televisiva ‘Chi l'ha visto?' affinché chi sa quello che è successo parli, anche in forma anonima. Se fosse veramente così, il caso del piccolo Elisei sarebbe la triste replica della vicenda dei fratellini Francesco e Salvatore Pappalardo (13 e 11 anni), trovati mummificati in fondo a un pozzo a distanza di anni dalla loro scomparsa. In fondo a quella cisterna in un casolare abbandonato a Gravina di Puglia i due bambini sono finiti per uno sfortunato gioco tra bambini. Secondo i genitori dei piccoli Pappalardo, ci fu un omesso soccorso da parte dei compagni di giochi dei piccoli.

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