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Gerusalemme, minaccia Usa su mozione Onu: “Prenderemo i nomi di chi ci critica”

L’ambasciatrice Usa minaccia gli altri Paesi in vista del voto sulla risoluzione Onu che condanna la decisione di Washington di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. “All’Onu ci chiedono sempre di fare e donare di più, non ci aspettiamo di essere criticati da chi abbiamo aiutato”
A cura di Antonio Palma
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Si alzano sempre di più  in toni all'Assemblea generale dell'Onu in vista del voto sulla discussa risoluzione che condanna la decisione di Washington di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. A poche ore dalla votazione in programma giovedì 21 dicembre, infatti, l'ambasciatrice Usa al palazzo di vetro, Nikki Haley, ha apertamente minacciato gli altri Paesi di "prendere i nomi" di chi sosterrà la mozione. "All'Onu ci chiedono sempre di fare e donare di più. Quindi, quando prendiamo la decisione, su volontà del popolo americano, su dove collocare la nostra ambasciata, non ci aspettiamo di essere presi di mira da quelli che abbiamo aiutato. Giovedì ci sarà un voto che critica la nostra scelta Prenderemo i nomi di chi ci critica" ha fatato sapere in un tweet l'ambasciatrice statunitense, facendo intendere che ci saranno ritorsioni economiche e diplomatiche contro chi si schiererà apertamente contro la decisione di Trump.

La risoluzione era stata presentata dall'Egitto, dopo le polemiche a livello internazionale, in Consiglio di sicurezza ma era stata bocciata ovviamente a causa del veto Usa, ma l'ambasciatrice si era ritrovata comunque da sola visto che tutti gli altri 14 membri, stabili e a rotazione, avevano votato a favore.  "È un insulto e un affronto che non dimenticheremo" aveva già commentato a caldo Haley non nascondendo la sua rabbia. Per ribadire il concetto poi ha lanciato il tweet pubblico e contemporaneamente ha scritto una lettera formale indirizzata agli ambasciatori alle Nazioni Unite di diversi Paesi i cui li avverte di non votare contro gli Stati Uniti. "Il presidente Donald Trump osserverà attentamente questo voto e mi ha chiesto di riferirgli quali Paesi hanno votato contro di noi. Prenderemo nota di ogni voto su questo tema" ha scritto.

In Assemblea generale non ci sono Paesi con diritto di veto ma l'organo non ha potere di rendere una risoluzione vincolante quindi la partita è tutta diplomatica. Gli Usa rischiano infatti di rimanere isolati dopo la loro scelta che ha già causato tensioni e scontri di questi giorni in Palestina. Per essere approvata la risoluzione richiede una maggioranza dei due terzi dei voti e l'ambasciatrice Haley conta di poterla evitare attraverso le minacce

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